Gravi i danni provocati dal sole e dagli occhiali contraffatti. <span>Foto Riccardo Di Pietro</span>
Gravi i danni provocati dal sole e dagli occhiali contraffatti. Foto Riccardo Di Pietro
Non perdiamoci di vista

Gravi i danni provocati dal sole e dagli occhiali contraffatti

Guardare direttamente il sole senza protezione o esporsi con lenti da sole non a norma causano gravi e talvolta irrimediabili danni e patologie oculari

possibile fuori casa, giornate al mare e lunghe passeggiate spesso sotto un caldo sole. Ma come accade per la pelle l'eccessiva esposizione ai raggi ultravioletti del sole, in assenza di adeguata protezione, è alquanto dannosa anche a livello oculare. Uno dei problemi più comuni è legato ai luoghi in cui è presente molto riverbero (in spiaggia per esempio), dove si può essere colpiti da cheratocongiuntivite attinica, un'infiammazione acuta che coinvolge sia la congiuntiva sia la cornea: i sintomi sono lacrimazione, dolore, gonfiore alle palpebre, sensazione di sabbia negli occhi, vista annebbiata o ridotta.

Come fare per limitare i danni e arginare il pericolo? È sempre fondamentale proteggere gli occhi mettendo occhiali con lenti da sole, possibilmente scure dotate di filtri a norma di legge e nelle situazioni più estreme anche un cappello a tesa larga offre un certo grado di protezione. Bisogna ricorrere a tali protezioni in tutte le situazioni in cui ci sia una forte esposizione ai raggi ultravioletti (mare, montagna o lampade e lettini abbronzanti).

Bisogna porre la massima attenzione quando si acquista un paio di occhiali da sole e affidarsi a centri ottici qualificati, che con l'occhiale ci consegnano garanzia di qualità e certificati di conformità, e non cedere all'economicità di un occhiale trovato su internet, da venditori ambulanti, in negozi di abbigliamento o casalinghi per esempio. Il rischio di un occhiale da sole contraffatto o non a norma, è che può causare danni agli occhi, quindi non solo non proteggerci ma anche comportare complicazioni, in quanto le lenti scure favoriscono la midriasi (l'apertura pupillare) ma a causa della loro scarsa qualità inducono l'ingresso di una maggiore quantità di radiazione ultravioletta dannosa all'interno dell'occhio.

Infatti se si fissa troppo a lungo direttamente il sole si rischia una "maculopatia fototraumatica": purtroppo si tratta di un danno che potrebbe essere irrimediabile poiché, a causa dei raggi ultravioletti non filtrati, si può formare una cicatrice sulla retina nella zona maculare (area centrale della retina deputata alla visione dei volti, alla lettura, alla guida, ecc.). Le conseguenze possono essere anche molto gravi, con perdita temporanea o permanente della visione centrale.

L'occhio è composto da varie strutture ed è particolarmente esposto allo stress causato dalla luce con determinate frequenze: i fotoni visibili "violetti e blu", insieme ai raggi UVA (320-400 nanometri), possono essere nocivi soprattutto per la retina, mentre il cristallino e la cornea sono particolarmente sensibili ai raggi UVC (200-290 nm). La cornea funge da primo filtro per le radiazioni luminose ed è, quindi, la prima struttura ad essere potenzialmente danneggiata da un'eccessiva esposizione ai raggi solari (fotocheratite). L'assorbimento delle radiazioni solari, col passare degli anni, può accelerare l'invecchiamento del cristallino e ne causa la perdita della trasparenza (cataratta), con conseguente indebolimento della vista. Quindi, in alcuni casi i danni che le radiazioni solari possono provocare alla retina sono in larga misura irreversibili e diverse sono le patologie che hanno un coinvolgimento delle radiazioni solari nell'induzione o nella progressione del danno retinico: edema maculare cistoide, retinopatia solare o epiteliopatia e degenerazione maculare legata all'età.

Una raccomandazione tanto fondamentale quanto ovvia è quella di non guardare mai direttamente il sole. Nel caso in cui lo si voglia osservare – ad esempio quando si verifica un'eclissi solare – è necessario fare uso di filtri speciali (non bastano assolutamente gli occhiali scuri ordinari, ma bisogna acquistare filtri specifici usati anche dagli astronomi). Qualora compaiano fastidi – quali bruciore, rossore e fotofobia (intolleranza alla luce), visione offuscata, macchie scure sulla parte bianca del bulbo (simili a nei) – è consigliabile recarsi dall'oculista che, una volta formulata l'esatta diagnosi, quando necessario prescriverà la terapia idonea.
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