F.M.
Orfeo ed Euridice
Riusciranno questa volta ad amarsi?
venerdì 6 dicembre 2013
8.26
Guardando l'artwork dell'ultimo album degli Arcade Fire Reflekor, uscita discografia anticipata da singolo e video il 9 settembre scorso sul canale YouTube della band, non si può che pensare ai due tormentati amanti della mitologia. Il clip è diretto dal regista Anton Corbijn, noto ai più per il film Control sulla vita e sulle vicissitudini di Ian Curtis (frotman dei Joy Division). Contestualmente è stato caricato il video alternative del singolo, disponibile in questa versione esclusivamente su browser Google Chrome, creato dal filmaker canadese Vincent Morisset. E basterebbero già questi due video per scrivere un saggio musicale, cinematografico e di sviluppo web (guardare il video su Chrome a questo link http://www.justareflektor.com/ muniti di dispositivo Android per credere!)
Hanno messo insieme tutto il loro lavoro di questi anni, senza escludere nulla, senza sacrificare in nome del mercato musicale e della facilità d'ascolto la loro vena creativa. La posta in gioco è alta e le regole dello scontro sono chiare: sezioni ritmiche articolate ed elettronica a profusione, per non parlare della durata dei brani che in alcuni casi sfiorano i sei minuti.
Il salto di qualità quest'album lo fa però non solo con pezzi poderosi come We Exit e Normal Person, o con un pezzone dub come Flashbulb Eyes, ma anche con i testi nei quali si possono rintracciare diversi concept tutti aggrovigliati l'uno all'altro: oltre alla storia d'amore tra Orfeo ed Euridice (ritratti nell'atto fallimentare di uscire dalle tenebre nell'artwork dell'album), le riflessioni su quanto quest'epoca sia così attenta e così schiava della pubblicità, dell'immagine, dell'affermazione di se ad ogni costo (già descritta qualche tempo fa da Kierkegaard con le parole 'reflective age') e ancora l'ipertecnologizzazione odierna che talvolta, più che cementare, ammazza i rapporti umani (We're so connected, but are we even friends?). Insomma un album che vale la pena acquistare e consumare a forza di ascoltarlo!
Hanno messo insieme tutto il loro lavoro di questi anni, senza escludere nulla, senza sacrificare in nome del mercato musicale e della facilità d'ascolto la loro vena creativa. La posta in gioco è alta e le regole dello scontro sono chiare: sezioni ritmiche articolate ed elettronica a profusione, per non parlare della durata dei brani che in alcuni casi sfiorano i sei minuti.
Il salto di qualità quest'album lo fa però non solo con pezzi poderosi come We Exit e Normal Person, o con un pezzone dub come Flashbulb Eyes, ma anche con i testi nei quali si possono rintracciare diversi concept tutti aggrovigliati l'uno all'altro: oltre alla storia d'amore tra Orfeo ed Euridice (ritratti nell'atto fallimentare di uscire dalle tenebre nell'artwork dell'album), le riflessioni su quanto quest'epoca sia così attenta e così schiava della pubblicità, dell'immagine, dell'affermazione di se ad ogni costo (già descritta qualche tempo fa da Kierkegaard con le parole 'reflective age') e ancora l'ipertecnologizzazione odierna che talvolta, più che cementare, ammazza i rapporti umani (We're so connected, but are we even friends?). Insomma un album che vale la pena acquistare e consumare a forza di ascoltarlo!