Politica
«No allo smembramento del mercato settimanale di Andria»: lo chiede la Lega con Salvini premier
«Chi amministra, seppure nella straordinarietà gestionale, non può sottrarsi al confronto costruttivo basato sulla mediazione»
Andria - sabato 30 maggio 2020
19.13
Un no allo smembramento del mercato settimanale del lunedì ed aprire ad un confronto costruttivo con le categorie dei mercatali. Il Coordinatore cittadino di Andria della Lega con Salvini premier, Benedetto Miscioscia, interviene sulla mancata completa ripartenza del mercato settimanale, con le sue circa 500 bancarelle e della protesta in atto contro la decisione della gestione commissariale di suddividerlo tra lo stadio "degli Ulivi", largo Appiani e Largo Cerruti.
«Mentre in altre regioni come il Veneto, ci si approssima a far cadere l'obbligo della mascherina all'aperto; l'Istituto Superiore di Sanità dichiara che l'indice "Rt" è sotto controllo e che non si segnala nessuna situazione critica e in altri comuni riprendono normalmente le aperture dei mercati settimanali, da noi invece si pensa di riaprire il mercato a metà giugno pensando di smembrarlo. Un ritardo ed una soluzione di cui non si comprendono le ragioni e che non fanno altro che allungare le sofferenze di tanti operatori mercatali con le innegabili ripercussioni sociali ed economiche. L'ipotesi al vaglio di autorizzare la riapertura del mercato smembrandolo, oltre ad essere dispersiva e discriminante non ci sembra vada nella direzione di preservarne la sua funzionalità ed integrità ed anche l'ipotesi di procedere nella provvisorietà ad un suo smembramento sorteggiando i posti da assegnare, segue un'altra modalità che non tiene conto né dei criteri dell'anzianità né tanto meno delle dimensioni dei posteggi, oltre a vanificare la fidelizzazione creata tra il commerciante e i propri clienti che hanno come riferimento il posizionamento dell'attività dell'ambito del piano mercatale in atto».
«Chi amministra, seppure nella straordinarietà gestionale, non può sottrarsi al confronto costruttivo basato sulla mediazione, né tanto meno all'assunzione di quelle scelte "coraggiose" che devono poter contemperare anche le necessarie esigenze degli stessi operatori, pur con l'assunzione delle dovute e necessarie cautele. Assicurare un percorso con ingresso regolato e ordinato con l'adozione dei dispositivi come mascherine e guanti, significa evitare quell'ipotesi del rischio contagio che ormai va sempre più scomparendo, così come asseriscono anche alcuni esperti della materia che operano direttamente sul campo. Con le dovute misure cautelative, come hanno già messo in campo alcuni comuni dove si è iniziato a lavorare, non si comprendono le ragioni per ritardare ancora la ripresa del mercato settimanale anche nella nostra città. Non si può continuare a far finta di nulla anche per le inevitabili e preoccupanti ripercussioni economiche che tanti operatori del commercio ambulante stanno subendo dalla fine del mese di febbraio, con il serio e non trascurabile rischio che tanti non riescano neanche più a riaprire la propria attività con le conseguenti ripercussioni sociali ed economiche che si possono lasciare immaginare».
«A chi gioverebbe tutto questo? Su questo punto come movimento politico si ritiene che non si possa più procrastinare dall'assunzione di coraggiose e doverose decisioni che guardano a contemperare da un lato l'esigenza di far riprendere a lavorare dignitosamente e rispettosamente centinaia di attività commerciali onde consentire di far ritornare la città verso quella normale vita quotidiana e dall'altro quello di assicurare quel profilo di sicurezza con l'utilizzo di mascherine e guanti, atteso che, a distanza di quasi un mese dalla fine del lockdown o confinamento forzato in casa, ad oggi non mi sembra ci sia stata una nuova e pericolosa diffusione del tanto temuto contagio. Allora perché continuare con questa esagerata emergenza preventiva? Per questo si ritiene che vadano, nel breve, assunte le necessarie ed inderogabili decisioni per riaprire il mercato settimanale, atteso che, tra l'altro, la ripresa della frequentazione non potrà che essere graduale e comunque sempre regolamentata e controllata con percorsi obbligati. Il principio della cautela e del buon senso, siamo certi, prevarranno ancora una volta da parte dei cittadini andriesi, così come hanno avuto modo di dimostrare nei mesi scorsi con il confinamento forzato».
«Mentre in altre regioni come il Veneto, ci si approssima a far cadere l'obbligo della mascherina all'aperto; l'Istituto Superiore di Sanità dichiara che l'indice "Rt" è sotto controllo e che non si segnala nessuna situazione critica e in altri comuni riprendono normalmente le aperture dei mercati settimanali, da noi invece si pensa di riaprire il mercato a metà giugno pensando di smembrarlo. Un ritardo ed una soluzione di cui non si comprendono le ragioni e che non fanno altro che allungare le sofferenze di tanti operatori mercatali con le innegabili ripercussioni sociali ed economiche. L'ipotesi al vaglio di autorizzare la riapertura del mercato smembrandolo, oltre ad essere dispersiva e discriminante non ci sembra vada nella direzione di preservarne la sua funzionalità ed integrità ed anche l'ipotesi di procedere nella provvisorietà ad un suo smembramento sorteggiando i posti da assegnare, segue un'altra modalità che non tiene conto né dei criteri dell'anzianità né tanto meno delle dimensioni dei posteggi, oltre a vanificare la fidelizzazione creata tra il commerciante e i propri clienti che hanno come riferimento il posizionamento dell'attività dell'ambito del piano mercatale in atto».
«Chi amministra, seppure nella straordinarietà gestionale, non può sottrarsi al confronto costruttivo basato sulla mediazione, né tanto meno all'assunzione di quelle scelte "coraggiose" che devono poter contemperare anche le necessarie esigenze degli stessi operatori, pur con l'assunzione delle dovute e necessarie cautele. Assicurare un percorso con ingresso regolato e ordinato con l'adozione dei dispositivi come mascherine e guanti, significa evitare quell'ipotesi del rischio contagio che ormai va sempre più scomparendo, così come asseriscono anche alcuni esperti della materia che operano direttamente sul campo. Con le dovute misure cautelative, come hanno già messo in campo alcuni comuni dove si è iniziato a lavorare, non si comprendono le ragioni per ritardare ancora la ripresa del mercato settimanale anche nella nostra città. Non si può continuare a far finta di nulla anche per le inevitabili e preoccupanti ripercussioni economiche che tanti operatori del commercio ambulante stanno subendo dalla fine del mese di febbraio, con il serio e non trascurabile rischio che tanti non riescano neanche più a riaprire la propria attività con le conseguenti ripercussioni sociali ed economiche che si possono lasciare immaginare».
«A chi gioverebbe tutto questo? Su questo punto come movimento politico si ritiene che non si possa più procrastinare dall'assunzione di coraggiose e doverose decisioni che guardano a contemperare da un lato l'esigenza di far riprendere a lavorare dignitosamente e rispettosamente centinaia di attività commerciali onde consentire di far ritornare la città verso quella normale vita quotidiana e dall'altro quello di assicurare quel profilo di sicurezza con l'utilizzo di mascherine e guanti, atteso che, a distanza di quasi un mese dalla fine del lockdown o confinamento forzato in casa, ad oggi non mi sembra ci sia stata una nuova e pericolosa diffusione del tanto temuto contagio. Allora perché continuare con questa esagerata emergenza preventiva? Per questo si ritiene che vadano, nel breve, assunte le necessarie ed inderogabili decisioni per riaprire il mercato settimanale, atteso che, tra l'altro, la ripresa della frequentazione non potrà che essere graduale e comunque sempre regolamentata e controllata con percorsi obbligati. Il principio della cautela e del buon senso, siamo certi, prevarranno ancora una volta da parte dei cittadini andriesi, così come hanno avuto modo di dimostrare nei mesi scorsi con il confinamento forzato».