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No ai botti di fine d'anno: «Sono un rito demenziale»

A dirlo il WWF che ricorda i costi proibitivi di acquisto ed i costi sociali di questa pratica. Inquinamento e pericolo sono gli altri deterrenti da non sottovalutare

«Basta con i botti che accolgono il nuovo anno!»: a dirlo la sezione andriese del WWF che nella città di Andria è impegnata da tempo nella ricerca di soluzioni per evitare questa pratica assolutamente censurabile e mai utile per la comunità. «La notte del 31 dicembre, si consumerà il demenziale rito dei botti per festeggiare il nuovo anno - ci dicono dal WWF - Lo scoppio provoca inquinamento atmosferico con tanto di polveri sottili, inquinamento acustico, incidenti che, molte volte, porteranno di filato in ospedale a curare danni fisici spesso causa di menomazioni permanenti. Poi si pagheranno le spese per le cure ricevute al pronto soccorso».

L'attenzione oltre che per l'ambiente si sposta subito sul fattore economico: pagare caro gli stessi botti e pagar caro i costi relativi all'assistenza per una pratica altamente inquinante sia per l'uomo che per l'ambiente e gli animali: «Ci sono botti che costano tantissimo - proseguono dal WWF - Per la maggior parte sono di fabbricazione cinese e come tutte le merci cinesi, inquinanti e velenose più che altre, potrebbero essere più inquinanti di quelli nostrani. E non è tutto perché alla fine rimarranno strade sporchissime per settimane. Se già gli altri anni i rifiuti "bottaroli" rimanevano per strada giorni e giorni, quest'anno rimarranno per settimane intere, perché, come abbiamo visto, dal mese di settembre le strade sono più sporche che mai. Le stelle staranno a guardare e guarderanno pure chi, contemporaneamente, soffre per fame, freddo, malattie e solitudine, senza che ce ne freghi niente, perché preferiamo, dopo i lauti banchetti, buttare i soldi al vento anche per queste autentiche fesserie. Se siamo intelligenti evitiamo tutto questo».

Un appello forte e deciso per evitare che il fine d'anno e l'inizio del 2013 si trasformino in una nuova «guerra» all'ultimo botto.
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