I taralli
I taralli "senza sbarre" dal Papa
Cronaca

I taralli "senza sbarre" dal Papa, da Andria i detenuti in udienza a Roma

All'udienza papale, don Riccardo Agresti e il magistrato Giannicola Sinisi hanno presentato il progetto "Senza sbarre"

Per la prima volta, Don Riccardo Agresti e il magistrato Giannicola Sinisi hanno presentato al Pontefice, mercoledì 8 marzo, il progetto "Senza Sbarre". Il progetto, rivolto alle persone recluse nel carcere, che intende restituire loro dignità e speranza per combattere così il pericolo più grande: scongiurare che queste persone tornino a delinquere. E così che i detenuti di Andria hanno simbolicamente donato, a Papa Francesco, i "loro" taralli, insieme all'olio extra vergine d'oliva, frutto del loro lavoro.

All'udienza papale in Vaticano, con loro una rappresentanza della parrocchia "Gesù Crocifisso" di Andria.

Fondamentale, dice don Agresti, è «il sostegno del vescovo di Andria, monsignor Luigi Mansi, della Caritas e della Cei». Tra i progetti, l'ampliamento dello stabilimento che — all'interno della masseria in Contrada San Vittore, il patrono dei detenuti — già oggi consente la produzione di taralli, circa 8.000 chili al mese, che poi vengono venduti in alcuni supermercati del sud Italia».

Un progetto portato avanti con il contributo di imprenditori privati, ristoratori e associazioni, in particolare "Amici per la vita". Sostenuto fortemente dal vescovo Luigi Mansi, "Senza Sbarre" nasce su iniziativa di don Riccardo Agresti e don Vincenzo Giannelli, da anni impegnati nel volontariato in carcere. Un sogno diventato realtà. La masseria "San Vittore" un tempo dalla famiglia Azzariti, oggi di proprietà della diocesi pugliesi, è divenuto un vero e proprio laboratorio artigianale per la produzione di taralli, a mano libera. Ma soprattutto luogo di fiducia e speranza dove è possibile rieducare, reinserire e conciliare.

«Siamo una squadra con una fortissima motivazione interiore: reintegrare chi ha ancora molto da dare e non cedere, come ci insegna Papa Francesco, alla cultura dello scarto» sono le parole che, mercoledì 8 marzo, hanno presentato al Papa il progetto "Senza sbarre".
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