
Attualità
Facciamo rivivere la speranza, seminando la pace
Riflessione di Gennaro Gino Piccolo, referente del centro Igino Giordani di Andria
Andria - domenica 3 aprile 2022
Fra tante immagini dolorose e storie di grandi sofferenze per una guerra inutile, assurda e "sacrilega", spesso capita sentire la gente porsi o porre grandi domande alle quali è molto, molto difficile rispondere! Una di queste, forse la più intensa, è il perché nonostante "il mormorio di preghiere, i gemiti d'innocenti, le offerte d'anime innamorate del bene e financo preghiere elevate da celle e da giacigli che salgono al Cielo, Dio sembra rimanere muto".
Un silenzio interminabile in cui l'umanità si rivede sola, disperata e solo quando ha il coraggio di rientrare in se stessa, solo allora pur senza risposte, comprende che non resta che saldarsi, riabbandonarsi a Lui dal quale solo prorompe luce che colma le solitudini, fascia le ferite, ridona Speranza e consapevolezza che le sofferenze sono addotte per lo più da noi stessi, manipolate dalle nostre mani. Che la guerra, le guerre di ogni giorno, sempre le provochiamo noi,
Non rimproveriamo Dio per averci elargito tanta libertà, ma chiediamogli piuttosto e più frequentemente che ci aiuti a non sprecare la sofferenza. Di più: schiodiamolo da quella Croce di dolore con l'antidoto dell'Amore. E, schiodiato Lui, avremmo un Cuore e due mani in più per operare per la Pace, la giustizia, disposizione all'ordine, altruismo, generosità, magnanimità, fraternità. E allora sarà bello ri-cantare insieme quel canto che promette a chi "Semina la pace" di vedere che "la nostra Speranza rivivrà; che un mondo di Pace nascerà e che di guerra mai più si parlerà".
Un silenzio interminabile in cui l'umanità si rivede sola, disperata e solo quando ha il coraggio di rientrare in se stessa, solo allora pur senza risposte, comprende che non resta che saldarsi, riabbandonarsi a Lui dal quale solo prorompe luce che colma le solitudini, fascia le ferite, ridona Speranza e consapevolezza che le sofferenze sono addotte per lo più da noi stessi, manipolate dalle nostre mani. Che la guerra, le guerre di ogni giorno, sempre le provochiamo noi,
Non rimproveriamo Dio per averci elargito tanta libertà, ma chiediamogli piuttosto e più frequentemente che ci aiuti a non sprecare la sofferenza. Di più: schiodiamolo da quella Croce di dolore con l'antidoto dell'Amore. E, schiodiato Lui, avremmo un Cuore e due mani in più per operare per la Pace, la giustizia, disposizione all'ordine, altruismo, generosità, magnanimità, fraternità. E allora sarà bello ri-cantare insieme quel canto che promette a chi "Semina la pace" di vedere che "la nostra Speranza rivivrà; che un mondo di Pace nascerà e che di guerra mai più si parlerà".