
Attualità
8 marzo: una donna ai vertici della Polizia di Stato
La dott.ssa Isabella Fusiello racconta la sua carriera e parla alle donne nella giornata a loro dedicata
Andria - venerdì 8 marzo 2019
11.23
In occasione della Giornata internazionale della donna, Andriaviva vuole raccontare un piccolo pezzo di storia di una donna che ricopre un ruolo apicale all'interno della Polizia di Stato, la dott. Isabella Fusiello. L'obiettivo di questa breve intervista – e ringraziamo la Dirigente Generale della Pubblica sicurezza - è quello di sfatare qualche mito ed incoraggiare molte altre donne ad impegnarsi per raggiugere traguardi importanti che, con passione e tenacia, possono essere più vicini di quanto si immagini. Con la dott.ssa Fusiello abbiamo anche affrontato il tema della violenza di genere che le donne, a volte subiscono, una questione, purtroppo, sempre di attualità e per questo riteniamo che ogni occasione sia giusta per parlarne, in particolare se a lanciare un messaggio sia una donna delle istituzioni.
D- Dott.ssa Fusiello, lei svolge un ruolo che un tempo era ad esclusivo appannaggio degli uomini. Ancora oggi avverte delle resistenze oppure, ormai, è anacronistico parlare di questa differenza?
R- Innanzitutto ringrazio la vostra redazione che mi ha raggiunta telefonicamente per rilasciare questa intervista. In merito alla sua domanda le posso dire che è anacronistico oggi parlare di trattamenti differenti. A conferma di ciò è il fatto di aver raggiunto l'apice della carriera di polizia nello stesso arco temporale dei miei colleghi dell'altro sesso. Il ritardo è dovuto semplicemente al fatto che solo con la legge n. 121/81 è stato previsto l'ingresso della donna in Polizia
Da bambina voleva fare la poliziotta o è stato un caso?
No, da bambina volevo fare il medico, poi tramite un'amica ho saputo che c'era un concorso per entrare nella Polizia di Stato ed ho partecipato alle selezioni superando tutte le prove. Ed è così che è cominciato il mio percorso professionale. Non ho fatto il medico, non sono stata in corsia vicino ai malati ma per strada ed è un lavoro pur sempre al servizio della collettività, garantendo il bene della sicurezza ai cittadini. E' evidentemente che questa era la mia indole. La mia missione.
Ritiene che le donne, per un lavoro a così alto impatto sociale, abbiano una sensibilità maggiore rispetto ai colleghi uomini?
Più che maggiore, direi diversa. Noi donne siamo multitasking: ci occupiamo di tante cose e, spesso, contemporaneamente. Dalla cura della casa, all'organizzazione della famiglia fino alla gestione del quotidiano. E quindi anche sul lavoro e nella sfera professionale portiamo tutto ciò che siamo al di fuori dell'ufficio.
Il tema della violenza sulle donne è purtroppo sempre d'attualità, ritiene che le leggi siano sufficienti per cancellare questa piaga? Cosa si sente di dire ad una donna perseguitata o maltrattata?
Francamente ritengo che la questione non vada affrontata solo nell'ottica dell'inasprimento della pena. Si tratta di una piaga sociale che va a affrontata con un cambiamento culturale nelle scuole, nelle famiglie e in qualsiasi contesto sociale.
Occorre divulgare la cultura del rispetto della donna in tutti contesti. Spesso la donna dimentica che nell'amore c'è una linea molto sottile impercettibile per l'occhio umano ma che è sempre presente, la considerazione di sé stessa, della propria dignità. Amare un'altra persona non significa annullare sé stessi, poiché amare l'altra persona non può certo distruggere l'autostima della donna che ama, al punto di annullarsi nell'altro.
Nella giornata internazionale qual è il suo augurio a tutte le donne?
Il mio augurio è che tutte rispettino sé stesse e la propria dignità, sempre. Sono elementi fondamentali per volersi bene e voler bene. Solo così si vive con serenità la propria vita. Buon 8 marzo a tutte.
Chi è la Dott.ssa Isabella Fusiello
Nata ad Andria, laureata in giurisprudenza presso l'Università degli studi di Bari, nel 1985 è entrata nell'Amministrazione della Pubblica Sicurezza, quale Commissario della Polizia di Stato. Ha ricoperto il primo incarico presso la Scuola CAIPS di Abbasanta (Sardegna) per poi essere assegnata alla Questura di Nuoro, inizialmente con incarico presso la Divisione Anticrimine – Sezione Misure di Prevenzione – e successivamente dirigente la Divisione Polizia Amministrativa e Sociale. Nell'estate 1989 è stata trasferita alla Questura di Bologna con incarico di dirigente l'Ufficio Immigrazione sino al novembre 2002. Grazie all'esperienza maturata a Bologna è stata successivamente chiamata a dirigere la Divisione Stranieri presso il Dipartimento della P.S. a Roma.
Dopo il corso di formazione dirigenziale ha ricoperto i seguenti incarichi dirigenziali:
Dirigente Commissariato di Pubblica Sicurezza di Imola;
Direttore della Divisione – Stranieri – presso la Direzione Centrale dell'Immigrazione e delle Frontiere;
Dirigente la Polizia di Frontiera aerea presso lo scalo aeroportuale G. Marconi di Bologna.
Nominata Vicario del Questore di Ferrara nel 2009, dopo aver frequentato l'Alto Corso di Formazione per le forze di Polizia è stata nel 2012 nominata dal Sig. Capo della Polizia Questore di Cuneo. Dal 1° agosto 2014 al 2017 è stata Questore di Reggio Emilia. Dal 20 novembre 2017 è stata Questore di Trieste.
Dal gennaio del 2019 è a Roma, a Palazzo del Viminale -sede del Ministero dell'Interno-, presso la segreteria del Dipartimento di Pubblica Sicurezza a fianco del vice direttore generale, il Prefetto Luigi Savina, vice Capo della Polizia.
D- Dott.ssa Fusiello, lei svolge un ruolo che un tempo era ad esclusivo appannaggio degli uomini. Ancora oggi avverte delle resistenze oppure, ormai, è anacronistico parlare di questa differenza?
R- Innanzitutto ringrazio la vostra redazione che mi ha raggiunta telefonicamente per rilasciare questa intervista. In merito alla sua domanda le posso dire che è anacronistico oggi parlare di trattamenti differenti. A conferma di ciò è il fatto di aver raggiunto l'apice della carriera di polizia nello stesso arco temporale dei miei colleghi dell'altro sesso. Il ritardo è dovuto semplicemente al fatto che solo con la legge n. 121/81 è stato previsto l'ingresso della donna in Polizia
Da bambina voleva fare la poliziotta o è stato un caso?
No, da bambina volevo fare il medico, poi tramite un'amica ho saputo che c'era un concorso per entrare nella Polizia di Stato ed ho partecipato alle selezioni superando tutte le prove. Ed è così che è cominciato il mio percorso professionale. Non ho fatto il medico, non sono stata in corsia vicino ai malati ma per strada ed è un lavoro pur sempre al servizio della collettività, garantendo il bene della sicurezza ai cittadini. E' evidentemente che questa era la mia indole. La mia missione.
Ritiene che le donne, per un lavoro a così alto impatto sociale, abbiano una sensibilità maggiore rispetto ai colleghi uomini?
Più che maggiore, direi diversa. Noi donne siamo multitasking: ci occupiamo di tante cose e, spesso, contemporaneamente. Dalla cura della casa, all'organizzazione della famiglia fino alla gestione del quotidiano. E quindi anche sul lavoro e nella sfera professionale portiamo tutto ciò che siamo al di fuori dell'ufficio.
Il tema della violenza sulle donne è purtroppo sempre d'attualità, ritiene che le leggi siano sufficienti per cancellare questa piaga? Cosa si sente di dire ad una donna perseguitata o maltrattata?
Francamente ritengo che la questione non vada affrontata solo nell'ottica dell'inasprimento della pena. Si tratta di una piaga sociale che va a affrontata con un cambiamento culturale nelle scuole, nelle famiglie e in qualsiasi contesto sociale.
Occorre divulgare la cultura del rispetto della donna in tutti contesti. Spesso la donna dimentica che nell'amore c'è una linea molto sottile impercettibile per l'occhio umano ma che è sempre presente, la considerazione di sé stessa, della propria dignità. Amare un'altra persona non significa annullare sé stessi, poiché amare l'altra persona non può certo distruggere l'autostima della donna che ama, al punto di annullarsi nell'altro.
Nella giornata internazionale qual è il suo augurio a tutte le donne?
Il mio augurio è che tutte rispettino sé stesse e la propria dignità, sempre. Sono elementi fondamentali per volersi bene e voler bene. Solo così si vive con serenità la propria vita. Buon 8 marzo a tutte.
Chi è la Dott.ssa Isabella Fusiello
Nata ad Andria, laureata in giurisprudenza presso l'Università degli studi di Bari, nel 1985 è entrata nell'Amministrazione della Pubblica Sicurezza, quale Commissario della Polizia di Stato. Ha ricoperto il primo incarico presso la Scuola CAIPS di Abbasanta (Sardegna) per poi essere assegnata alla Questura di Nuoro, inizialmente con incarico presso la Divisione Anticrimine – Sezione Misure di Prevenzione – e successivamente dirigente la Divisione Polizia Amministrativa e Sociale. Nell'estate 1989 è stata trasferita alla Questura di Bologna con incarico di dirigente l'Ufficio Immigrazione sino al novembre 2002. Grazie all'esperienza maturata a Bologna è stata successivamente chiamata a dirigere la Divisione Stranieri presso il Dipartimento della P.S. a Roma.
Dopo il corso di formazione dirigenziale ha ricoperto i seguenti incarichi dirigenziali:
Dirigente Commissariato di Pubblica Sicurezza di Imola;
Direttore della Divisione – Stranieri – presso la Direzione Centrale dell'Immigrazione e delle Frontiere;
Dirigente la Polizia di Frontiera aerea presso lo scalo aeroportuale G. Marconi di Bologna.
Nominata Vicario del Questore di Ferrara nel 2009, dopo aver frequentato l'Alto Corso di Formazione per le forze di Polizia è stata nel 2012 nominata dal Sig. Capo della Polizia Questore di Cuneo. Dal 1° agosto 2014 al 2017 è stata Questore di Reggio Emilia. Dal 20 novembre 2017 è stata Questore di Trieste.
Dal gennaio del 2019 è a Roma, a Palazzo del Viminale -sede del Ministero dell'Interno-, presso la segreteria del Dipartimento di Pubblica Sicurezza a fianco del vice direttore generale, il Prefetto Luigi Savina, vice Capo della Polizia.