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Cronaca

Violenza sulle donne, le adolescenti le più esposte

Diffusi a Bari i dati sul fenomeno in Puglia, Emiliano: «Per una donna la sua famiglia può essere più pericolosa di un parco notturno»

In Puglia, «prendendo in considerazione il dato dei minori maltrattati sul totale dei minori già in carico ai Servizi sociali, risulta una percentuale più alta per le femmine (23,9%) rispetto a quella dei maschi (19,25%)». E' quanto emerge dalla indagine regionale in cui evidenzia che «le bambine-adolescenti sono più esposte al rischio di maltrattamento-violenza sia in Puglia che, più in generale, in Italia». I dati, su cui si sono basate le Linee Guida in materia di maltrattamento e violenza contro i minori approvate dalla Giunta regionale lo scorso 23 novembre, sono stati diffusi oggi a Bari in occasione di un convegno sulla prevenzione e il contrasto alla violenza su donne e minori in Puglia, alla vigilia della Giornata mondiale per l'eliminazione della violenza sulle donne.

Hanno partecipato, tra gli altri, il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, il presidente del Consiglio regionale, Mario Loizzo, e l'assessore regionale al Welfare, Salvatore Negro. Quest'ultimo ha spiegato che «è stata avviata una proficua fase di consultazione con il coinvolgimento», tra gli altri, «delle direzioni sanitarie, di autorità giudiziarie e forze dell'ordine», nonché del gruppo Gruppo interdisciplinare assistenza donne e bambini abusati.

Dallo studio emerge che «il maltrattamento, nell'86,3% dei casi in carico ai Servizi Sociali, fa riferimento al contesto familiare, il 4,5% al contesto scolastico, il 4,2% al gruppo dei pari, mentre solo lo 0,5% dei casi si riferisce al contesto on-line.

Nella indagine si parla di "strettissima connessione tra violenza domestica intrafamiliare agita sulle donne e violenza assistita da parte di figli: dai dati di monitoraggio sugli accessi delle donne ai centri antiviolenza nel 2015, emerge il 65% di presenza di minorenni. Fra gli autori delle violenza figurano prevalentemente «il partner e l'ex partner, due tipologie di autori che rappresentano complessivamente l'82%"; se si aggiunge la percentuale cha fa riferimento all'area dei «parenti» (10%), si arriva al 92%.
Lo studio rivela anche che «le donne più esposte alla violenza sono le coniugate (42%),seguono le nubili (24,6%) e le donne separate (22%). Le tipologie di violenza denunciate sono quella fisica, seguita da quella psicologica, dallo stalking, dalla violenza sessuale; mentre la violenza psicologica accompagna tutte le forme di violenza. L'esposizione al rischio di maltrattamento-violenza, evidenzia ancora l'indagine, è più alta anche per i minori stranieri: la percentuale di quelli presi in carico per maltrattamento è pari al 36,38% del totale dei minori stranieri complessivamente in carico ai Servizi sociali. «Al centro della strategia messa in atto dalla Regione Puglia - conclude l'Assessore Negro - c'è la prevenzione, con azioni di sensibilizzazione e di formazione, e il richiamo alla responsabilità e alla collaborazione da parte di tutti e di ognuno perché si possa prevenire e contrastare la violenza in maniera globale».
«Prendere la parola da uomo in questa giornata non è una cosa semplice: continuo a pensare di essere responsabile» perché «non è possibile che in un fenomeno così grande gli uomini siano completamente innocenti», ha sottolineato il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano.

«Il fenomeno - ha aggiunto il governatore - è così diffuso e largo che per una donna la sua famiglia può essere più pericolosa di un parco notturno in un film del terrore. Così come può diventare pericolosa la relazione con il suo uomo». Emiliano, ricordando di avere visto episodi di «tutti i colori" anche nei panni di magistrato, ha sottolineato che le «donne non vedono l'ora di aiutarci perché molte hanno un amore per noi così profondo che ho visto fare loro incredibili: aspettare sotto la pioggia davanti a un carcere, difenderli nelle aule di un tribunale davanti alle violenze più manifeste». «Questa - ha proseguito - dovrebbe essere una giornata più dedicata agli uomini che non arrivano a concepire la pericolosità dei loro gesti, che alle donne che vengono uccise da questi uomini che ancora non hanno compreso il senso profondo della loro vita».
«I dati sul femminicidio sono spaventosi - ha rilevato - un bollettino di guerra che probabilmente ha paragoni solo con gli incidenti stradali che sono quotidiani. Lo dicono i numeri e significa che c'è dentro ciascuno di noi una cultura, una diseducazione che ci porta ad utilizzare violenza ogni volta che una relazione non ci convince, ci lascia amareggiati e delusi». "Questo processo va interrotto - ha concluso - innanzitutto chiamandolo con il suo nome».
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