Università di Bari visione aerea
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Cronaca

Università di Bari: scandali e padroni

Docenti «furbetti» e poco o nullo coordinamento a discapito degli studenti. Ad Andria nasce l'UNIA per creare una rete di Universitari

Una presunta truffa da 20 milioni di euro da parte di una docente, tesi dei laureandi utilizzate come pubblicazioni dei docenti stessi, statino da imbucare fisicamente per prenotare un esame, libri scritti dai docenti e «liberamente» imposti agli studenti per partecipare agli appelli, programmi modificati ogni anno assieme alla mancata collaborazione tra i docenti stessi. Un quadro duro e con pochi spazi di bel sole quello dell'Università degli Studi di Bari, una delle più antiche e prestigiose d'Italia, intitolata da qualche anno ad uno statista vero del nostro Mezzogiorno: Aldo Moro.

Ma l'UNIBA ne esce con le ossa rotte in questo ultimo periodo ed ogni anno deve far fronte a scandali e problemi ordinari: ultimo in ordine di tempo la fuga di una docente di Scienze delle Finanze, sospettata di esser scappata con i soldi di alcuni investitori. Circa una ventina di clienti per un valore complessivo di venti milioni di euro. La docente non si è presentata ad una sessione d'esame negli scorsi giorni ed è irreperibile senza giustificazione. Le Fiamme Gialle indagano ed il fascicolo, dopo la denuncia di alcuni suoi «clienti», sarà affidato ad un Pubblico Ministero. Stessi docenti che spesso abusano oltre ogni limite della loro figura importante e rispettabile: le tesi di laurea, spesso, divengono vere e proprie pubblicazioni a nome, non di chi le ha materialmente scritte, ma del «maestro» che dovrebbe insegnare etica e rispetto. Assieme ai libri per gli appelli d'esame: è ormai consuetudine (tranne alcune belle eccezioni) che è necessario acquistare i volumetti scritti dagli stessi docenti che durante la valutazione finale non vengono neanche presi in considerazione. Per gli esami stessi c'è da ricordare la necessità, in Ateneo, di imbucare ancora i famosi statini senza poter utilizzare le nuovissime tecnologie che risparmierebbero un viaggio verso Bari che significa spese e tempo.

E come non considerare la mancata comunicazione e collaborazione tra i docenti stessi: non è raro trovar lezioni saltate senza avviso o programmi contrastanti tra prima e seconda parte poichè cambiano i professori. Le riedizioni dei libri o le modifiche annuali ai programmi stessi un altro capitolo che sa di beffa per gli studenti. Universitari che, tuttavia, non sono esenti da colpe: tutto e subito come per le borse di studio talvolta utilizzate, come da testimonianze dirette, non per esser reinvestite in attività scolastiche ma come buono da spendere per altri usi. Chi le investe per le proprie attività didattiche o per il sostentamento lontano da casa sono ormai un'eccezione. L'UNIA (Universitari Andriesi) è nata ad Andria proprio per cercare di creare una rete tra gli studenti andriesi dell'Ateneo barese e non solo. Provare a condividere problematiche con soluzioni condivise ed efficaci sopratutto per i ragazzi che si affacceranno nel mondo universitario. L'orientamento generato dagli studenti, infatti, partirà già dal quarto anno e sarà il più capillare possibile.

Come si cambia un'Università spesso figlia di scandali e padroni? Difficile dirlo, ma la continua emigrazione verso altre facoltà d'Italia dei nostri ragazzi è il segnale più tangibile di quanto le eccellenze (tante per fortuna) dell'Università di Bari stiano lasciando il posto alla rassegnazione. L'invito è a segnalare alla nostra redazione casi di ogni tipo da poter portare all'attenzione del grande pubblico per monitorare assieme alle nostre inchieste l'attività organizzativa dell'Università di Bari «Aldo Moro».
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