
Cronaca
Una messa in ricordo delle vittime del disastro ferroviario
E' stata celebrata ieri sera ad Andria. La sorella di una delle vittime non si dà pace: «Vogliamo giustizia, verità e chiarezza»
Andria - martedì 15 novembre 2016
10.07
Una messa in ricordo delle vittime del disastro ferroviario del 12 luglio scorso è stata celebrata in cattedrale ad Andria da Monsignor Luigi Mansi. L'iniziativa, nel mese dei defunti, è partita da una famiglia ma l'invito era aperto anche a tutte le altre. Ad accomunarle un grande dolore, quello che solo chi lo ha provato può capire: perdere in un incidente ferroviario una persona cara, vederla uscire di casa al mattino, come sempre, per andare a scuola o a lavoro e sapere che il momento del suo rientro non arriverà mai.
Nell'omelia il Vescovo ha pronunciato parole di conforto: «La vostra è una ferita aperta - ha detto rivolgendosi ai parenti delle vittime - che è difficile si possa chiudere e siamo a chiedere al Signore che lenisca questa ferita, con la fede».
In occasione dei funerali, lo ricordiamo, lo stesso Mons. Mansi pronunciò frasi molto dure condannando le «piccole e grandi inadempienze nel compiere il proprio dovere verso i diritti delle persone. Queste terre, - aggiunse - le nostre terre, per tanti, troppi anni sono state considerate e sono ancora periferie dell'Italia, sospiriamo il giorno in cui tutto questo possa dirsi concluso».
In quel tragico incidente morirono 23 persone, fra loro c'era Maria Aloysi, anche lei era su quel treno, viaggiava verso Andria da Modugno, dove abitava con il marito. In città la donna veniva ogni mattina per prendersi cura di suo padre. «Maria era una donna eccezionale, amava la famiglia», ricorda sua sorella Anna che da quel giorno non si dà pace. «Vogliamo giustizia, verità e chiarezza». Si sentono dimenticati, anche rispetto ai risarcimenti che spettano alle famiglie delle vittime Anna dice di non sapere nulla: «La famiglia Aloysi non sa niente, non siamo stati contattati da nessuno. Le istituzioni ci hanno abbandonato. Sono delusa. Tutto ciò è vergognoso», si sfoga la sorella di Maria.
Anna una prima battaglia l'ha già vinta, è riuscita a far rimuovere dei manifesti nella stazione della Bari Nord sulla sicurezza dei viaggiatori. Insopportabile per lei che abita di fronte alla stazione vederli ogni giorno e pensare ogni giorno, invece, a sua sorella che non c'è più. È stata Anna a chiedere alla diocesi di celebrare la messa per sua sorella e per tutte le altre vittime, invitando anche le altre famiglie, per ritrovarsi, «perché - dice Anna - dobbiamo stare uniti, solo così saremo più forti».
Nell'omelia il Vescovo ha pronunciato parole di conforto: «La vostra è una ferita aperta - ha detto rivolgendosi ai parenti delle vittime - che è difficile si possa chiudere e siamo a chiedere al Signore che lenisca questa ferita, con la fede».
In occasione dei funerali, lo ricordiamo, lo stesso Mons. Mansi pronunciò frasi molto dure condannando le «piccole e grandi inadempienze nel compiere il proprio dovere verso i diritti delle persone. Queste terre, - aggiunse - le nostre terre, per tanti, troppi anni sono state considerate e sono ancora periferie dell'Italia, sospiriamo il giorno in cui tutto questo possa dirsi concluso».
In quel tragico incidente morirono 23 persone, fra loro c'era Maria Aloysi, anche lei era su quel treno, viaggiava verso Andria da Modugno, dove abitava con il marito. In città la donna veniva ogni mattina per prendersi cura di suo padre. «Maria era una donna eccezionale, amava la famiglia», ricorda sua sorella Anna che da quel giorno non si dà pace. «Vogliamo giustizia, verità e chiarezza». Si sentono dimenticati, anche rispetto ai risarcimenti che spettano alle famiglie delle vittime Anna dice di non sapere nulla: «La famiglia Aloysi non sa niente, non siamo stati contattati da nessuno. Le istituzioni ci hanno abbandonato. Sono delusa. Tutto ciò è vergognoso», si sfoga la sorella di Maria.
Anna una prima battaglia l'ha già vinta, è riuscita a far rimuovere dei manifesti nella stazione della Bari Nord sulla sicurezza dei viaggiatori. Insopportabile per lei che abita di fronte alla stazione vederli ogni giorno e pensare ogni giorno, invece, a sua sorella che non c'è più. È stata Anna a chiedere alla diocesi di celebrare la messa per sua sorella e per tutte le altre vittime, invitando anche le altre famiglie, per ritrovarsi, «perché - dice Anna - dobbiamo stare uniti, solo così saremo più forti».