Street Art selvaggia: ad Andria più vandali che writer

Arte di strada per alcuni, atti vandalici per altri, i graffiti, nati a Philadelphia alla fine degli anni 70, hanno raggiunto l'Italia e anche la città federiciana.

Street art, graffitismo, murales: diversi sono i nomi che vanno a indicare la stessa arte. Coloro che svolgono questa attività, invece, sono detti writer e dietro ognuno di essi c'è la crew (gruppo) di appartenenza, siglano le loro opere con un tag… insomma già dai termini anglofoni, si deduce che quest'arte non appartiene alla nostra tradizione. Bisogna sicuramente fare delle distinzioni.

I veri writer utilizzano la propria arte come mezzo di divulgazione per comunicare il proprio messaggio lasciando un segno ben visibile, e lo fa in luoghi dedicati (vedi Viale Leonardo Da Vinci nella vicina Barletta); oppure come forma di sovversione, di critica rivendicando strade, piazze e vecchie costruzioni e la loro bonificazione, come è accaduto pochi mesi fa a Corato, dove la facciata di un palazzo in Piazza Giuseppe di Vagno, è stata completamente adornata con una vera opera d'arte moderna del writer Gomez, che stava a segnare l'inizio dei lavori di ristrutturazione della suddetta piazza.

Non si possono fregiare di questo nome, writer, coloro che tramite atti puramente vandalici fanno scempio con scritte e graffiti, realizzati sui muri di proprietà pubblica o privata, compromettendo indiscutibilmente il valore estetico e storico dell'edificio stesso. Questa "categoria" lo fa per il brivido del rischio, per violare le regole e sentirsi ribelle, per essere il "bulletto" della comitiva; tutti accomunati dalla stessa mania, che dall'arte, decade però al teppismo.

I teppisti non si fermano, nonostante l'approvazione del pacchetto sicurezza nazionale anti-graffittari, (legge n.94 del 2009), che dice che chi viola la legge rischia una multa da 300 a mille euro o addirittura sanzioni più rigide e in casi particolari la reclusione.
Purtroppo nella città di Andria sono davvero pochi i luoghi, (vedi via P.N. Vaccina, parte di via Duca di Genova e Via Milano) dedicati dal comune a questa arte lasciando libero sfogo ai writer, e così siamo costretti a vedere la nostra città imbruttita con soli tag o scritte incivili e talvolta offensive. Per eliminare i sempre più eclatanti fenomeni e danni economici sempre più dilaganti, sono necessari interventi precisi e puntuali da parte delle istituzioni, idonei a scoraggiare questi atti di barbarie e di inciviltà.