rigenerazione urbana Andria
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Eventi e cultura

La sfida della rigenerazione urbana con il racconto del “caso Andria”

Evento formativo a Palazzo di Città organizzato dall’Ordine degli Architetti BAT, Comune e Soprintendenza

Sostenibilità, eredità culturale ma anche modernità e nuove sfide per un futuro che muta molto più velocemente rispetto al passato. Sono i cardini che ora muovono la rigenerazione urbana e che sono spesso alla base del successo o meno di progetti immaginati dalle amministrazioni pubbliche. Ed in questo senso sta facendo scuola la città di Andria con diverse decine di milioni di finanziamento intercettati proprio sul tema della rigenerazione urbana ed al centro di un evento formativo voluto dall'Ordine degli Architetti PPC BAT assieme all'ente comunale ed alla Soprintendenza.

«La rigenerazione urbana oggi rappresenta uno dei temi fondamentali legati all'urbanistica e quindi alla riqualificazione delle nostre città – ha spiegato il Presidente Andrea Roselli – In genere si va ad intervenire nelle aree più degradate delle città correlando sia aspetti sociali con quelli ambientali e della sostenibilità. Devo fare i complimenti al comune di Andria, perché ha intrapreso questo percorso già da tempo e soprattutto in un momento in cui l'urbanistica volge verso il non consumo del suolo, quindi esattamente sul pezzo».

In vetrina i casi di riqualificazione di progetti come Piazza Toniolo, del completamento dell'Officina San Domenico, del recupero funzionale e riuso dell'ex mercato di via Flavio Giugno e quello di via De Anellis ma anche di piazza Umberto I e quella di largo Giannotti sino alle nuove realizzazioni come un impianto sportivo nel quartiere "Monticelli", dell'ex carcere mandamentale, di un centro polifunzionale nel quartiere di San Valentino e del Palazzo Ducale. La particolarità dell'evento è stata che tutti i progetti sono stati presentati dagli stessi architetti progettisti, più esperti ma anche più giovani.

«Progettualità che stanno mettendo in atto il cosiddetto principio della sostenibilità – ha spiegato l'assessore al quotidiano della Città di Andria Mario Loconte - ovvero la riqualificazione urbana con la forte inclusione sociale, perché la rigenerazione, sottolineo spesso, non è solo quella delle infrastrutture, ma soprattutto quella relativa allo sviluppo del tessuto sociale, economico e culturale di un territorio. L'aspetto positivo per il caso di Andria – ha concluso - è che sta riguardando l'intera maglia urbana, partendo dal centro storico alla parte di impianto consolidato fino a quella di espansione, per cui è un processo importante sia dal punto di vista proprio dimensionale oltre che numerico».

Da più parti rimarcati almeno due aspetti interessanti: il primo, come ha ricordato il Presidente dell'Ordine degli Architetti Andrea Roselli è che gran parte dei professionisti sono proprio della BAT e, secondo, che si può parlare di un "caso Andria" un città rinnovata e ritrovata così come recita il titolo dell'evento.

«Non è tanto importante intercettare finanziamenti e quindi essere pronti con i progetti, che per noi ha significato già una fatica incredibile – ha spiegato il Sindaco della Città di Andria Giovanna Bruno - ma soprattutto fare in modo che questi cantieri che quotidianamente raccontano come sta cambiando la città e i suoi luoghi, si prepari poi a vivere la fase successiva, quella in cui i cantieri si chiudono e le opere devono essere abitate. Per essere abitate quanto più siamo bravi a creare una rete di relazioni, di rapporti e soprattutto di idee, tanto più quegli ambienti nel tempo potranno sopravvivere all'incuria, potranno sopravvivere all'abbandono, potranno sopravvivere alla superficialità come accaduto in passato».

«Con orgoglio posso dire – ha spiegato ancora il Presidente Roselli – che i progetti presentati riportano la firma nella maggioranza dei casi di progettisti architetti e per di più architetti della BAT. Questo significa che abbiamo professionalità di un certo livello e spero che questo sia da sprone anche per altri comuni che invece utilizzano poco i professionisti locali dando molto spazio invece a professionisti che vengono da fuori».
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