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Elezioni politiche, il Pd della Bat contesta le candidature "non condivise"

Clamorosa spaccatura: un dietro le quinte fatto di "chiamate alle armi" ad insaputa dei diretti interessati

Non sono passate neanche 48 ore dalla scelta sulle candidature per le politiche del 25 settembre, compiuta a Roma in via del Nazareno, presso la direzione nazionale del Pd ed ormai la frangia degli scontenti è sempre più palese e determinata. E' una nota molto dura quella che viene dalla Bat, uno dei territori più sacrificati alle dinamiche "romacentriche e di palazzo", a firma di Lorenzo Marchio Rossi, sub Commissario del Partito Democratico Andria; Michele Di Lorenzo, capogruppo consilare Pd Andria; Antonio Gorgoglione, presidente Pd Barletta; Rosa Cascella, segretario Pd Barletta e da Lilli Di Fazio, già segretario provinciale Pd Bat.

«Il risultato raggiunto con la formazione delle liste PD della Bat è assolutamente al di sotto di ogni legittima aspettativa. I vertici nazionali hanno avallato un'operazione che non è stata in alcun modo condivisa con i livelli locali e che, di fatto, ha sancito una profonda spaccatura nel territorio che difficilmente potrà essere sanata in tempi brevi. Il risultato che abbiamo sotto gli occhi denuncia la conclamata assenza del criterio di parità di genere nella formazione delle liste, con l'eclatante caso della immotivata esclusione della Sottosegretaria all'Innovazione Tecnologica, Assuntela Messina. La disparità di trattamento si è riverberata anche su base geografica, atteso che le istanze delle città più grandi sono state semplicemente ignorate. L'interesse dei nostri dirigenti si è limitato ad elargire pochi attestati di fedeltà senza tentare di realizzare una lista forte e condivisa. Ci aspettavamo maggiore equilibrio e capacità di ascolto da parte dell'On. Francesco Boccia, responsabile Regioni ed Enti Locali nella segreteria nazionale, che nella composizione delle liste del nostro territorio ha giocato certamente un ruolo importante. Invece ci ritroviamo la sua candidatura blindata al Senato e al resto della Bat soltanto le briciole: una partita difficilissima nel collegio camerale uninominale Andria 03 con il candidato tranese Fabrizio Ferrante e qualche chance di elezione in più per la seconda candidata nel listino proporzionale della Camera, Debora Ciliento, candidata a sua insaputa, anche lei tranese e non a caso principale riferimento dell'on. Boccia in consiglio regionale. Mentre in posizione non eleggibile è stato inserito, sempre a sua insaputa, il Presidente del Consiglio di Andria, Giovanni Vurchio. Nulla da dire sull'autorevolezza dei candidati Ferrante e Ciliento, indubbiamente personalità di spicco del partito, ma si rischia di trasformare la campagna elettorale in una partita limitata alla città di Trani. È difficile decifrare la logica politica sottesa da queste scelte irrazionali che indeboliscono oggettivamente la capacità del PD di intercettare consenso elettorale nell'intera provincia. Spiace constatare che mentre le associazioni locali cercavano di unire la coalizione di centrosinistra promuovendo discussioni su candidature civiche che rafforzassero la lista del PD, i vertici nazionali del Partito si preoccupavano di far "quadrare i conti" a spese dell'autonomia decisionale dei territori. Come spiegare, altrimenti, la mancata riconferma della Sottosegretaria Messina nella lista del Senato a favore di notabili del partito calati dalla Campania e dalla Lombardia? Il clima complessivo che si registra nel PD provinciale è di nervosismo e fibrillazione, causato dalle logiche personalistiche e di corrente che hanno schiacciato ogni istanza politica e territoriale. Prendiamo atto con disappunto che le sezioni Pd di Andria e Barletta non hanno meritato ascolto neppure durante la fase delle consultazioni e conseguentemente rivendichiamo la nostra completa estraneità alle scelte operate. Una difficile campagna elettorale che nasce sotto i peggiori auspici anche per merito dell'incapacità dei vertici di comprendere quali fossero le dinamiche virtuose per agevolare la vittoria in uno dei pochi collegi realmente contendibili della nostra Regione. Solo il nostro senso di responsabilità ci porterà ad impegnarci nella competizione elettorale che potrebbe risultare addirittura esiziale per i destini nazionali, ma possiamo assicurare che della scarsa considerazione riservata ai nostri territori ci ricorderemo nelle successive fasi di riorganizzazione del Partito Democratico in Puglia».
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