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Commento

Centro Igino Giordani, la fraternità come stile dell'azione politica

Proposto il riferimento al principio di fraternità previsto nello Statuto Comunale

In una nota, Gennaro Piccolo, referente del centro Igino Giordani di Andria, evidenzia il concetto di fraternità come stile di un buon agire politico: «Ad apertura di giornali o assistendo a dibattiti televisivi, vengono in risalto considerazioni sui dissensi in politica, che sono generati da contrasti vari. E si apprendono discorsi e operazioni per mettere ordine ma con scarso frutto. Il più delle volte, si prova dolore, un grande dolore, nel constatare come la Politica, da Arte del ben governare, da Amore sociale, venga trasformata in materia di scontro, degenerando sovente in conflittualità inconciliabili tra le parti che rasenta l'insulto, il rancore, sul piano personale. Il confronto, anche vivacemente dialettico, fra posizioni diverse discende dal pluralismo democratico; ma ciò che rattrista è la constatazione che il legittimo ed anche comprensibile conflitto di visioni possa trasformarsi in un conflitto di persone.

Rimane attuale, al riguardo, l'affermazione di Hannah Arendt, per la quale «il valore dell'uomo viene giudicato dal grado in cui egli agisce contro il proprio interesse e contro la propria volontà». In altre parole: il valore dell'uomo (specie di un politico) è commisurato dalla sua disponibilità a perdere la propria visione parziale in favore di una visione più generale, anche se, per questo, dovesse rinunciare a qualche beneficio o vantaggio per se stesso o per la propria parte politica. Per contro, é sempre più evidente ormai, di come si tenda a privilegiare il bene del partito, del gruppo e della persona rispetto al bene comune e all'interesse generale. Sembra che gratifichi di più puntare al negativo (ciò che divide) piuttosto che ricercare il positivo (ciò che unisce). E' così da tanto tempo, ma ora sembra che non ci siano più limiti.

Certo non è tutta responsabilità dei politici; una buona parte è anche di noi cittadini che o disertiamo il voto o lasciamo una delega in bianco. Va esercitata -per esempio- la chiamata a rendere conto periodicamente del proprio operato rivolta ai rappresentanti. In particolare questa richiesta va rivolta, al momento del voto, sia a quanti concludono il mandato elettivo, sia a quanti si candidano per la prima volta: entrambi devono sottoporsi al vaglio del consenso popolare che verrà loro accordato, rinnovato o cancellato sulla base delle competenze espresse e dei risultati raggiunti. Insomma: come cittadini non possiamo più accontentarci del 'nudo votare'. Va rinnovata nelle coscienze la consapevolezza che come cittadini possiamo concorrere al ben-operare dei nostri eletti offrendo loro sostegno, presenza, idee, proposte, ed anche - ove occorra - civili contestazioni.

Ed è proprio per cercare di offrire un contributo costruttivo, in direzione di una modalità nuova di esercitare la politica, che il Centro Igino Giordani di Andria - con il sostegno delle 18 Associazioni Giordani presenti in Italia - da diversi mesi va intessendo un dialogo con tutte le forze politiche presenti in Consiglio Comunale, proponendo sia l'inserimento nello Statuto Comunale del riferimento al 'principio di fraternità', come stile dell'agire politico-amministrativo, sia l'eventuale adesione del Comune di Andria all'Associazione Città per la Fraternità , che vede in rete attualmente 140 Comuni. Il nostro vorrebbe essere uno stimolo ad investire sul valore della fraternità iniziando dalla nostra Città (e, perché no, domani, dalla nostra Regione, dai Partiti, dai Sindacati…), quella fraternità che sola può farci assaporare frutti di un altro sapore, intravvedere orizzonti che non sappiamo ancora vedere, dire e compiere parole e gesti più veri.

Siamo consapevoli -conclude Piccolo- che a parlare di fraternità in politica si può essere tacciati di ingenuità. Ma, questo aggettivo, che deriva dal termine latino ingenuus, non significa sciocco o semplicione, bensì libero, onesto, schietto, leale. Quindi, ben venga questo attributo di 'ingenuo', perché nulla toglierebbe alla convinzione che altra strada non c'è se non quella di portare la Politica a riscoprire la Fraternità. Se questo non lo facessimo insieme - eletti ed elettori - saremmo falliti come uomini, cristianamente e laicamente, venendo meno ad un ineludibile dovere storico».
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