Spagnoletti Zeuli grida al tracollo dell’agricoltura

All’entrata delle nostre aziende ci sarà un cartello “Chiuso per fallimento”

martedì 19 novembre 2019
A cura di Domenica Anna Di Pietro
Il conte Onofrio Spagnolettti Zeuli -Presidente onorario di Confagricoltura Puglia- con un articolo pubblicato sulla Gazzetta del Mezzogiorno annuncia il fallimento dell'agricoltura pugliese ed in particolare la morte dell'olivicoltura, affermando:

"Il nostro splendido patrimonio olivicolo si sta riducendo ai minimi termini, prima per la xilella e poi per la gelata del 2019 che ha distrutto 90.000 ettari di uliveto, mettendo in ginocchio i produttori.
Adesso la gelata del mercato con prezzi incredibilmente abbassati a cifre che non remunerano nemmeno i costi di produzione.
In questi giorni balzano all'onore della cronaca le vicende dell'ex Ilva e gli allagamenti a Venezia, tutte cose importantissime visto che sono in gioco 18.000 posti di lavoro, ma non si sobbalza alla cronaca allo stesso modo la gelata olivicola della provincia di Bari che per la sola economia agricola vale 25.000 posti di lavoro e per la distruzione di centinaia di migliaia di ettari di paesaggio olivicolo.
Il premier ha annunciato che sono pronti 20 milioni di euro per Venezia. Noi abbiamo atteso 16 mesi di declaratoria per le gelate del 2018 che contava più di 500 milioni di danni. Siamo andati in piazza, protestato ad ogni livello, ma non è affatto bastato. Probabilmente non siamo capaci di farci sentire abbastanza. Gli agricoltori sono gli unici grandi ed insostituibili difensori dell'ambiente, quelli che lo tutelano. Cosa sarebbe il nostro territorio senza gli agricoltori? Un paesaggio spettrale. Invece di riconoscerci come custodi dell'ambiente ci accusano di rovinarlo. Non assisteremo inermi alla morte delle nostre aziende. Stiamo stilando delle proposte, le condivideremo fino a farne un documento unico, ma abbiamo bisogno di tutti. Lo grideremo a questi politici attori da social. Lo grideremo a questa Europa che permette l'importazione di 56.000 tonnellate di olio tunisino. Quali sono le norme igieniche? Qual è il loro rispetto dei lavoratori? E a noi ci accusano di caporalato, ci mettono alla gogna".


Conclude sottolineando: "Grideremo anche a questi organi di controllo che ritengono che le olive si producano in un capannone. Ci difenderemo attaccando, con gli agricoltori e con la nostra organizzazione".