Si rinnova il binomio Fidelis-sociale, presentato il progetto "Quarta Categoria"

Prevista la realizzazione di un torneo di Federcalcio in collaborazione con il CSI e rivolto ad atleti con disabilità

martedì 9 gennaio 2018 12.09
Si è svolta ieri mattina, presso Palazzo di Città, la conferenza stampa di presentazione del progetto "Quarta Categoria - #iovogliogiocareacalcio" a cui ha aderito la Fidelis Andria e che prevede la realizzazione di un torneo di Federcalcio in collaborazione con il Centro Sportivo Italiano e rivolto ad atleti con disabilità. All'incontro erano presenti l'allenatore biancazzurro Aldo Papagni, il segretario della Fidelis dott. Giuseppe Sipone, l'addetto stampa dott. Valerio Zefferino, il primo cittadino andriese avv. Nicola Giorgino, l'assessore allo sport avv. Michele Lopetuso, l'assessore avv. Francesca Magliano, padre Francesco Prontera rettore del centro "Quarto di Palo", i responsabili delle strutture di Andria, Spinazzola della Cooperativa sociale "Questa Città", tra cui la dott.ssa Letizia Sansonne, la responsabile del progetto Valentina Battistini oltre ai responsabili nazionale, laziale e pugliese di Quarta Categoria LND.

Un progetto che rappresenta una grande opportunità per tutti, come ha dichiarato il tecnico della Fidelis Andria, Aldo Papagni: «E' una novità piacevolissima che spero coinvolga la maggior parte degli sportivi. Avere la possibilità di portare lo sport a chi ha difficoltà a viverlo e giocarlo è una grande possibilità sia per persone con diverse abilità che per noi: comprendere quanto sia importante mettersi a disposizione di questi atleti è una grande testimonianza. Lo sport è un grande veicolo di crescita per tutti».

«Abbiamo iniziato questa collaborazione - ha dichiarato il rettore del centro "Quarto di Palo" padre Francesco Prontera - molto importante con la Fidelis Andria. Puntiamo a due elementi: crescita e integrazione. Ognuno di noi ha bisogno di crescere soprattutto nella diversità che costituisce una ricchezza dal punto di vista umano e culturale. Il livello culturale di una popolazione si evince anche da quanto riesce ad integrare nella propria quotidianità persone con diverse abilità. Questo progetto si dividerà in tappe fino a portare i ragazzi nel campo, iniziando però dal contatto con la palla, con l'allenatore e con i propri compagni».

«Pensiamo cosa significhi per un genitore - ha affermato la responsabile del progetto Valentina Battistini - vedere il proprio figlio vestire la maglia della squadra del proprio paese: dunque non sarà più identificato nella disabilità, ma come giocatore dell'Andria special. Questo induce i ragazzi ad allenarsi con maggiore voglia, ad onorare la maglia. E' un miglioramento di vita per tutti che consente di abbattere le barriere. In ottica futura, noi vogliamo garantire le pari opportunità, ossia garantire un sistema calcio per la diversa abilità che non abbia nulla di differente da quello già esistente. C'è stata qualche difficoltà in questo percorso, nel riconoscere che la disabilità può sviluppare un percorso autonomo nella crescita sportiva».