Se la politica è sporca va ripulita, non disertata

Riflessione politica di Igino Giordani riportata da Gennaro Piccolo, referente dell'omonimo centro di Andria

mercoledì 6 febbraio 2019
La politica è fatta per il popolo e non il popolo per la politica. Essa è un mezzo, non è un fine. Prima la morale, prima l'uomo, prima la collettività, poi il partito, poi le tavole del programma, poi le teorie del governo. La politica è - nel più dignitoso senso cristiano - un'ancella, e non deve diventare padrona: non farsi abuso, né dominio e neppure dogma. Qui è la sua funzione e la sua dignità: d'essere servizio sociale, carità in atto; la prima forma di carità di patria.

Ai giornali arriva l'eco del diffuso sentimento di disistima per partiti e per la politica. Ne sappiamo qualcosa anche noi sentendo quel che ci dicono e leggendo quel che ci scrivono. Pare a molti che la politica sia un'attività inferiore, ed equivoca, da lasciarsi ai maneggioni: e non capiscono che se dalla politica si allontano gli onesti, il suo campo è invaso dai disonesti; e la politica tira con sé tutta la nostra vita, da quella fisica a quella morale; e una politica fatta da disonesti porta alla guerra, ai dissesti finanziari, alla rovina della ricchezza pubblica e privata, al malcostume, al disprezzo della religione, alla manomissione delle famiglie…. Se la politica è sporca, insomma, va ripulita: non disertata.

Ora dal traffico di carne umana, conseguente al traffico della dignità umana, non ci si libera se ciascuno di noi non riprenda coscienza del suo valore - del suo sterminato valore - e stia con esso in politica, deciso a non lasciarsi né trafficare né assorbire, ma a operare con la propria testa, con la propria personalità, difendendo le proprie ragioni morali. Difendendo queste, poi, difende anche le sue ragioni professionali, le stesse ragioni fiscali: ché il fiscalismo esoso nasce dove non si vede più l'uomo da aiutare ma il mammifero da smungere.

Sa da stare nella politica, da cittadini, e non da servi. Da tale posizione nasce la democrazia. Quella coscienza dei propri valori potrebbe tramutarsi in superbia, e cioè ritorcersi a stimolo antisociale di sfruttamento e di dominio: potrebbe capovolgersi. Ma perciò tra quei valori, primissimo, ha da porsi la carità, che è il sentimento degli obblighi si servizio ai propri fratelli. Senza di essa, ogni valore si svaluta; ogni conquista si capovolge: e si spreca tempo.