Scontro tra Barletta e Trani per la nomina di capitale della cultura 2021

Interviene l’ambasciatore di “Italia&Friends” Antonio Pistillo: ”occorre fare squadra"

venerdì 10 gennaio 2020
A cura di Giovanna Albo
Tra i 44 comuni candidati a "Capitale italiana della Cultura 2021", emergono le città vicinori di Trani e Barletta. Mentre attendiamo una prima selezione curata da una giuria composta da sette esperti di chiara fama che si terrà il 2 marzo a Roma, si assiste ad una spiacevole querelle tra i due sindaci delle città pugliesi, Cosimo Cannito, sindaco della Città della Disfida ed Amedeo Bottaro di quella di Trani.

All'origine della rivalità tra i due primi cittadini, pare esserci una questione del tutto personale sollevata da Cannito, tale da spingerlo a non "fare sistema" con Trani proprio a causa di una sua mancata elezione a presidente della Provincia, quando non riuscì ad avere neanche la metà dei voti dalla sua stessa maggioranza. Motivo per cui, il sindaco della città della Disfida, ha deciso di non appoggiare più Trani (la prima a comunicare la sua candidatura), ma di inviare una manifestazione scritta di interesse alla partecipazione del bando pubblicato dal Ministero. La candidatura di Barletta a "Capitale Italiana della Cultura 2021", ha pertanto suscitato non poche polemiche da parte della vicina Trani.

Polemiche che rischiano di distogliere lo sguardo sul vero senso della manifestazione ovvero quello di riscattare l'intero sud Italia, portando sotto le luci della ribalta, la cultura del nostro paese in tutte le sue sfaccettature: dalla magnificenza degli antichi monumenti risentita a volte degli incroci culturali avvenuti nel corso dei secoli all'arte, dal folclore ai prodotti enogastronomici tipici del territorio. Dunque, dopo l'esperienza di Matera eletta Capitale Europea della Cultura 2019, si potrebbe snodare una seconda possibilità per il Mezzogiorno d'Italia ovvero quello di tentare di superare l'annoso problema del dualismo tra nord e sud proprio mediante l'ambito riconoscimento.

Valorizzare la nostra cultura significa anche renderci consapevoli e quindi più responsabili del patrimonio storico-artistico di cui quotidianamente siamo circondati. Un primo passo, dunque, per tentare di cambiare soprattutto il nostro punto di vista, spesso noncurante del grande valore culturale presente sul nostro territorio.

Senza dimenticare che il progetto, si rivelerebbe un fattore determinante per lo sviluppo economico per la città e per la collettività di cui può ampiamente beneficiare i paesi circostanti; infatti significherebbe, aiutare la città a riposizionarsi sul mercato, creando una migliore immagine di sé oltre che acquisire un forte potere attrattivo capace di generare nuovi arrivi e presenze turistiche. Insomma una occasione per rafforzare la coesione e l'orgoglio di far parte di una comunità, capace di presentarsi sulla scena nazionale e sotto lo sguardo attento dell'Europa, mediante una proposta culturale rinnovata e articolata.

"La candidatura a capitale italiana della cultura 2021, rappresenta una importante occasione per esaltare le caratteristiche culturali del nostro territorio e per imparare a custodire la nostra storia perché obliarne il suo passato significa perdere una parte della nostra identità" – dichiara l'ambasciatore andriese di "Italia&Friends" Antonio Pistillo – Questo significa migliorare la qualità della vita nelle città e rafforzare il loro senso di comunità. Quindi farsi guerra in realtà non porterebbe a nessun risultato, ciò che conta è far squadra, per raggiungere coesi un unico obiettivo che farà da volano allo sviluppo culturale ed economico del territorio".