Post elezioni: «Nuova classe dirigente, partiti, ideali e comunità»
Il consigliere di Fratelli d'Italia Andrea Barchetta, prova ad indicare il futuro del centrodestra
martedì 29 settembre 2020
«Chi ha utilizzato la nostra identità politica, in tutti questi anni, per capricci o interessi personali si è già archiviato da sé».
E' il neo eletto consigliere comunale di Fratelli d'Italia, il commercialista Andrea Barchetta, ad analizzare quello che è successo nel centro destra andriese, che dopo il forte ridimensionato scaturito dal dato elettorale del 20 e 21 settembre, adesso guarda al futuro, soprattutto attraverso un cambio generazionale.
«Dalla comunità umana e politica del centrodestra andriese, dopo la poco piacevole sconfitta maturata in ambito amministrativo, si alza sempre più un coro silenzioso, quanto compatto, deciso e tagliente di elettori delusi e amareggiati che invocano una imponente ricostruzione. Una comunità di uomini e donne, uniti idealmente, che sentono sulla propria pelle, e nel proprio cuore, la necessità di veder indicata la strada del Futuro».
«Senz'ombra di dubbio, la pietra angolare della rinascita della Destra andriese -prosegue Barchetta- dovrà essere rappresentata da un forte cambio generazionale della sua classe dirigente, che non trascuri competenza e professionalità, ma che apporti slancio ideale, vivacità di idee e contenuti, cultura e formazione. Chi ha utilizzato la nostra identità politica, in tutti questi anni, per capricci o interessi personali si è già archiviato da sé. Un rinnovamento, dunque, che guardi ambiziosamente al Domani senza i fantasmi del passato, con visione e progettualità, coerenza e lealtà di coalizione.
Ma non senza un percorso. Un percorso che comprenda progetti di formazione politica e culturale, soprattutto all'interno delle nostre realtà giovanili, che permetta di ricostruire una comunità che creda e si riconosca in precisi valori e ideali, spendendosi poi in svariati ambiti della società civile alla luce degli stessi.
Oltre che puntare in maniera ferrea sui partiti, da associare a tale più ampio percorso di formazione socio-politico-comunitaria. Perché è sì vero che la politica è materia nobile che prescinde dalla più specifica attività istituzionale e\o amministrativa, ma non può e non deve essere intesa esclusivamente come civismo. La politica che concepisce il civismo come unica strada da percorrere sarà sempre e solo una politica isolata, debole e presentista. Ed è ciò che nessuno si augura di avere nell'imminente futuro. I risultati di qualche giorno fa hanno già archiviato il civismo "fai da me" e il suo autore che per anni ha "tappato" più che far emergere.
Ripartire dalla militanza attiva vecchio stile, sentendo il peso della rappresentanza, scendendo dal piedistallo e limitando eccessi della modernità come il fervore mediatico e da social media, per giungere a vivere quotidianamente la città e i suoi problemi, svincolati da logiche di campagna elettorale, con "senso dello stato" e spirito di responsabilità. Senza istinti di superiorità, ma collaborazione fraterna.
È fondamentale ripartire dalle idee, che permettano di superare personalismi e improvvisazioni. Per Andria, per il centrodestra, per la nostra storia. Prima che sia troppo tardi».
E' il neo eletto consigliere comunale di Fratelli d'Italia, il commercialista Andrea Barchetta, ad analizzare quello che è successo nel centro destra andriese, che dopo il forte ridimensionato scaturito dal dato elettorale del 20 e 21 settembre, adesso guarda al futuro, soprattutto attraverso un cambio generazionale.
«Dalla comunità umana e politica del centrodestra andriese, dopo la poco piacevole sconfitta maturata in ambito amministrativo, si alza sempre più un coro silenzioso, quanto compatto, deciso e tagliente di elettori delusi e amareggiati che invocano una imponente ricostruzione. Una comunità di uomini e donne, uniti idealmente, che sentono sulla propria pelle, e nel proprio cuore, la necessità di veder indicata la strada del Futuro».
«Senz'ombra di dubbio, la pietra angolare della rinascita della Destra andriese -prosegue Barchetta- dovrà essere rappresentata da un forte cambio generazionale della sua classe dirigente, che non trascuri competenza e professionalità, ma che apporti slancio ideale, vivacità di idee e contenuti, cultura e formazione. Chi ha utilizzato la nostra identità politica, in tutti questi anni, per capricci o interessi personali si è già archiviato da sé. Un rinnovamento, dunque, che guardi ambiziosamente al Domani senza i fantasmi del passato, con visione e progettualità, coerenza e lealtà di coalizione.
Ma non senza un percorso. Un percorso che comprenda progetti di formazione politica e culturale, soprattutto all'interno delle nostre realtà giovanili, che permetta di ricostruire una comunità che creda e si riconosca in precisi valori e ideali, spendendosi poi in svariati ambiti della società civile alla luce degli stessi.
Oltre che puntare in maniera ferrea sui partiti, da associare a tale più ampio percorso di formazione socio-politico-comunitaria. Perché è sì vero che la politica è materia nobile che prescinde dalla più specifica attività istituzionale e\o amministrativa, ma non può e non deve essere intesa esclusivamente come civismo. La politica che concepisce il civismo come unica strada da percorrere sarà sempre e solo una politica isolata, debole e presentista. Ed è ciò che nessuno si augura di avere nell'imminente futuro. I risultati di qualche giorno fa hanno già archiviato il civismo "fai da me" e il suo autore che per anni ha "tappato" più che far emergere.
Ripartire dalla militanza attiva vecchio stile, sentendo il peso della rappresentanza, scendendo dal piedistallo e limitando eccessi della modernità come il fervore mediatico e da social media, per giungere a vivere quotidianamente la città e i suoi problemi, svincolati da logiche di campagna elettorale, con "senso dello stato" e spirito di responsabilità. Senza istinti di superiorità, ma collaborazione fraterna.
È fondamentale ripartire dalle idee, che permettano di superare personalismi e improvvisazioni. Per Andria, per il centrodestra, per la nostra storia. Prima che sia troppo tardi».