«Farmaci cari»: a battenti chiusi o a chiamata un costo aggiuntivo

Da normativa Regionale non è possibile rincarare i medicinali nel turno pomeridiano. La sicurezza è un tema al centro del dibattito come anche la tutela delle urgenze in materia sanitaria

lunedì 10 dicembre 2012 14.50
A cura di Stefano Massaro
In tempi di tagli e spending review i costi aggiuntivi sono generalmente a carico sempre più dei cittadini: è il caso dei farmaci che nelle ore pomeridiane e serali costano ancor più caro con le farmacie a «battenti chiusi» o a «chiamata». Le farmacie di Andria, infatti, applicano (come previsto dal Decreto del Ministero della Sanità nel Tariffario dei Medicinali del 18 agosto 1993), la maggiorazione di 3,87 euro per ogni «prestazione» notturna e di 1,55 euro per ogni prestazione pomeridiana. L'utente trova un cartello all'esterno della farmacia e deve contattare un istituto di vigilanza privata che giunge dopo circa dieci minuti assieme al farmacista (se non già presente all'interno della sede), e vi è la consegna della ricetta d'urgenza e il farmaco o una semplice siringa sono maggiorati dei costi già specificati.

Ma l'inchiesta svolta da AndriaViva ha cercato di analizzare sino in fondo l'applicazione di questa tariffa aggiuntiva prevista dal Tariffario dei Medicinali già nel lontano 1993 come da articolo 8: «Per le dispensazioni di medicinali effettuate nelle farmacie durante le ore notturne, dopo la chiusura serale delle farmacie, secondo gli orari stabiliti dalla competente autorità sanitaria, spetta al farmacista un diritto addizionale di L.7.500. Per le dispensazioni effettuate nelle farmacie durante le ore di chiusura diurna spetta al farmacista un diritto addizionale di L.3.000. I diritti addizionali di cui ai precedenti commi sono dovuti al farmacista soltanto quando la farmacia effettua servizio a "battenti chiusi" e "a chiamata" non competono quando la farmacia effettua servizio a "battenti aperti", ancorché con modalità che escludono per misura di sicurezza il normale accesso ai locali».

L'applicazione di questi costi aggiuntivi per le ricette d'urgenza dalle ore 14 alle ore 16,30, tuttavia, non sembra esser corretta analizzando l'ultima normativa vigente regionale in materia di «Disciplina dei turni di servizio delle farmacie» (Legge regionale n. 19 del 22.07.1998): nell'articolo 3 comma 1, infatti, si parla di turni pomeridiani «Durante l'intervallo pomeridiano il servizio farmaceutico è assicurato nei capoluoghi di provincia e nei Comuni con popolazione compresa tra 100 mila e 200 mila abitanti da due farmacie, a battenti aperti e per turni tra tutte le farmacie; il servizio può svolgersi, per sicurezza degli operatori, a battenti chiusi ma non dà luogo al diritto addizionale previsto dalla Tariffa Nazionale dei medicinali».

Al termine di un primo studio delle varie normative, quindi, l'addizionale pomeridiana non può esser addebitata in un Comune come quello di Andria diversamente da quanto scritto su ogni cartello all'esterno delle farmacie cittadine, poichè comune con più di 100.000 abitanti (da maggio 2012). Inoltre, la questione sicurezza per i farmacisti è un tema particolarmente delicato, visto l'altissimo tasso di rapine subito, ma ovviamente non può e non deve esser scaricato interamente sulle spalle della collettività. In molte farmacie «comunali» o «private» d'Italia, tuttavia, questo costo aggiuntivo non viene applicato per evitare ulteriori aggravi di spesa per le famiglie e per le urgenze.
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