«Dovevamo sventare quella rapina». Il procuratore Nitti racconta il veloce fermo dei cannibali di auto

Duro colpo al fenomeno dei furti d'auto. Ma il compito delle forze dell'ordine non è ancora esaurito

martedì 1 giugno 2021 5.52
Fanno ancora rumore le parole del procuratore di Trani Renato Nitti circa la pericolosità delle organizzazioni criminali nella provincia BAT. La più piccola provincia della Puglia è al vertice della classifica nazionale per numero di furti di auto denunciati ma l'operazione "On the road", conclusasi nella mattinata di ieri con il fermo di 15 persone, potrebbe aver messo un importante freno al dilagante fenomeno del taglio dei veicoli rubati, i cui pezzi di ricambio finiscono poi sul mercato clandestino. Una operazione nella quale sono stati impiegati centocinquanta carabinieri delle Compagnie di Barletta e di Andria, destinata a lasciare una importante traccia nella lotta alla criminalità nella sesta provincia. Le quindici persone sottoposte a fermo, operavano nella zona compresa tra Andria, Corato e Cerignola ma non disdegnavano di spostarsi sin nel capoluogo di regione per rubare auto che poi smantellavano nel giro di pochissime ore per rivendere i pezzi di ricambio. Un giro d'affari milionario se si considera che ogni autovettura tagliata poteva fruttare dai 700 ai 2000 euro. I Carabinieri stimano che, in due mesi, siano circa 200 le auto finite nel tritacarne della banda ma i furti sinora documentati sono 22. «Abbiamo dovuto agire di fretta, nonostante avessimo elementi per emettere ordinanze di custodia cautelare» ha spiegato il procuratore di Trani Nitti. La banda, infatti, era pronta a commettere un assalto al furgone portavalori che proprio ieri mattina avrebbe dovuto consegnare le pensioni in un ufficio postale di Andria. «Abbiamo dovuto scegliere se mettere a repentaglio la vita di qualcuno o acquisire ulteriori elementi. Non abbiamo avuto dubbi sulla scelta» ha confermato il capo della Procura tranese.

Stando alla ricostruzione della Procura, la banda disponeva di armi a raffica e probabilmente fucili d'assalto che avrebbero potuto impiegare per assicurarsi il bottino. «Bisognava impedire che questa rapina fosse portata a termine» ha detto Nitti, al tavolo in conferenza stampa con il procuratore aggiunto Bianchi e i vertici provinciali dell'Arma dei Carabinieri.

Due mesi di intercettazioni e pedinamenti, di attività intensa di monitoraggio e sequestri, hanno portato gli inquirenti a ricostruire l'attività di una rete organizzatissima, costituita da coloro che rubavano le automobili, da coloro che le smontavano nel giro di pochissime ore durante la notte e da chi custodiva e vendeva i ricambi. Una attività studiata nel dettaglio, al punto che il gruppo disponeva di una cassa comune, di basi logistiche attrezzate, di targhe rubate, strumenti di effrazione e inibitori di frequenza. Dalle indagini è inoltre emerso che il gruppo aveva assaltato anche un camion carico di carne per il valore di 15mila euro nel corso di una rapina avvenuta il 1 aprile a Bitonto.

I risultati dell'operazione sono stati diffusi nella Caserma dei carabinieri di Trani. Un luogo emblematico, in quanto sede del Comando provinciale dei carabinieri BAT. Un luogo che vuole rispondere a quella esigenza di legalità di una provincia in cui la criminalità organizzata è ben radicata al punto da suscitare l'allarme del procuratore. E la risposta c'è stata, forte e incisiva. «Continueremo in questa direzione» assicura Nitti, confortato dal collega Bianchi. «Perché siamo i primi in Italia per furti d'auto? Ci deve essere una lettura di questo dato. E i carabinieri sono riusciti subito ad inquadrare il fenomeno, un fatto straordinario in così poco tempo». Quella intercettata e fermata, però, non è l'unica banda. Il fenomeno sembra essere complesso e radicato. Il mercato dei pezzi di ricambio è particolarmente appetibile. Un mercato alimentato da una importante domanda, ha rilevato il comandante del gruppo Carabinieri di Trani.