Dirigente Ruggiero: "A Michele… per educare a pensare!"

Il preside del Liceo "Riccardo Nuzzi": "La sua ricchezza umana e culturale a memoria ed esempio!"

giovedì 4 marzo 2021 13.08
Questa mattina, cerimonia di commemorazione del prof. Michele Palumbo, nel giardino del suo amato Liceo Scientifico "Riccardo Nuzzi" di Andria. Ecco la testimonianza della Dirigente scolastica, prof.ssa Nicoletta Ruggiero.

"Oggi, 4 marzo 2021, ricorre il quarto anniversario della morte del prof. Michele Palumbo, carissimo e compianto docente di Filosofia e Storia del Liceo Scientifico "R. Nuzzi" di Andria, coordinatore della Scuola di Filosofia da un ventennio attiva presso l'Istituto, collaboratore per anni dei programmi dell'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici di Napoli, rivolti alla formazione dei docenti e dei giovani. Riflessivo, concreto, lungimirante, ha sempre manifestato un sincero impegno formativo che traspare anche in una delle sue opere "L'Alfabeto della Ragione", 21 voci dell'alfabeto declinate riflettendo sulla "necessità dell'Illuminismo". "Lavorare sul fronte della Ragione" significa "educare al rischiaramento", consapevoli che gli avversari sono l'ignoranza, il pregiudizio, il fanatismo e, di contro, il "dubbio" si configura come compagno della ricerca della verità che, una volta identificata, non è mai assoluta. Michele ha assunto quale valore culturale l'impegno, il mettersi in gioco, in qualsiasi ambito; è stato un professionista che ha scelto di "prendere parte", cimentandosi nell'arte di educare, di formare, a tutti i livelli; ha sperimentato la "scuola del grembiule", utilizzando semplici "Attrezzi del mestiere" per realizzare esperienze vive, concrete, toccanti, profonde: un'idea, le persone (gli studenti, tutti gli studenti del gruppo, nessuno escluso), un luogo (la classe), la parola (il testo), la scena. "Una panchina per Michele", posata in un'aiuola antistante l'edificio del Liceo Scientifico "R. Nuzzi" di Andria, non ha solo lo scopo di "non dimenticare" il collega, il professore, l'amico, ma soprattutto vuole rappresentare per le nuove generazioni il simbolo della "sosta", della riflessione, del porsi domande, della ricerca di risposte significative. "Una panchina per Michele", dunque, per "educare a pensare", attraverso lo scambio dialettico, il valore del dubbio, utilizzando parole schiette, incisive, nette. "Educare alla Ragione" perché, come Michele afferma nell'ultima pagina di quello che definiva "modesto taccuino dell'Illuminismo", "la vita merita di essere vissuta con la Ragione, rischiarando il buio e l'oscurità che, spesso, ci circondano. Sotto forma di ignoranza, pregiudizi, dogmi, fanatismo e intolleranza".