Coronavirus, raccolta rifiuti: "Restano perplessità sui riscontri della Sangalli"
I delegati USB Sabino Albano ed Gaetano Germoglio, replicano alla nota dell'azienda di Monza
giovedì 26 marzo 2020
10.41
Non si è fatta attendere la replica dei sindacati dei lavoratori dell'impresa Sangalli, dopo la notizia di un possibile contagiato da coronavirus all'interno dell'azienda di Monza che si occupa ad Andria della raccolta rifiuti differenziata porta a porta. Sui punti che ieri l'impresa Sangalli ha evidenziato nel suo comunicato stampa, sono intervenuti oggi i rappresentati sindacali aziendali USB, Sabino Albano ed Gaetano Germoglio che rivolgono all'azienda ulteriori note:
«In riferimento al rapido riscontro della ditta Sangalli a mezzo social e stampa, resta invariata tutta la nostra perplessità circa la mancanza di altrettanto rapide risposte concrete.
Già dal 14 marzo avevamo richiesto più attenzione ed una pronta distribuzione di DPI, proprio per evitare contagi tra lavoratori. Dopo aver appreso, ma non per via ufficiale, che nel nostro cantiere vi era stato un caso di contagio, come organizzazione sindacale abbiamo chiesto di adottare ulteriori misure, ma ad oggi poco è stato fatto.
Siamo anche venuti a conoscenza di lavoratori messi in quarantena preventiva, opportunamente, ed abbiamo avuto verbali assicurazioni circa la distribuzione di mascherine, di igienizzazione su tutti mezzi di raccolta e negli spogliatoi. Servirebbero anche chiare indicazioni per evitare di lavorare a stretto contatto tra lavoratori.
Resta non ancora chiarita la questione della raccolta dei rifiuti dalle case di quei sfortunati cittadini positivi al virus. Ma per tutte queste problematiche l'azienda si è confrontata con la Asl? A noi non risulta, ma laddove fosse avvenuto, si possono conoscere i risultati?
Siamo però anche consci di fare parte, insieme a qualche altra categoria di lavoratori, dell'ultima linea di difesa della città e di essere una certezza per i cittadini che, chiusi nelle loro case, ci osservano dalle loro finestre. Per questo, anche se con un po' di comprensibile paura, nonostante tutto, siamo ancora per strada a combattere», concludono Albano e Germoglio.
«In riferimento al rapido riscontro della ditta Sangalli a mezzo social e stampa, resta invariata tutta la nostra perplessità circa la mancanza di altrettanto rapide risposte concrete.
Già dal 14 marzo avevamo richiesto più attenzione ed una pronta distribuzione di DPI, proprio per evitare contagi tra lavoratori. Dopo aver appreso, ma non per via ufficiale, che nel nostro cantiere vi era stato un caso di contagio, come organizzazione sindacale abbiamo chiesto di adottare ulteriori misure, ma ad oggi poco è stato fatto.
Siamo anche venuti a conoscenza di lavoratori messi in quarantena preventiva, opportunamente, ed abbiamo avuto verbali assicurazioni circa la distribuzione di mascherine, di igienizzazione su tutti mezzi di raccolta e negli spogliatoi. Servirebbero anche chiare indicazioni per evitare di lavorare a stretto contatto tra lavoratori.
Resta non ancora chiarita la questione della raccolta dei rifiuti dalle case di quei sfortunati cittadini positivi al virus. Ma per tutte queste problematiche l'azienda si è confrontata con la Asl? A noi non risulta, ma laddove fosse avvenuto, si possono conoscere i risultati?
Siamo però anche consci di fare parte, insieme a qualche altra categoria di lavoratori, dell'ultima linea di difesa della città e di essere una certezza per i cittadini che, chiusi nelle loro case, ci osservano dalle loro finestre. Per questo, anche se con un po' di comprensibile paura, nonostante tutto, siamo ancora per strada a combattere», concludono Albano e Germoglio.