Comunali 2015, Fortunato: «Discarica. Ancora un duro colpo alla città»

Il candidato sindaco di centrosinistra torna sulla situazione andriese e della BAT

mercoledì 27 maggio 2015 16.30
Ancora un duro colpo al territorio. Dopo la chiusura della discarica di Trani, viene confermata la chiusura della discarica di Andria ubicata in contrada San Nicola La Guardia. Il provvedimento è stato notificato dall'Ufficio regionale alla ditta concessionaria del servizio e al presidente dell'Ato, Nicola Giorgino, che ha il dovere di assumersi la responsabilità politica dell'accaduto in virtù del ruolo che ricopre. Ma anche di questo, come è avvenuto per la sentenza "negativa" della Corte dei Conti, l'amministrazione di centrodestra non vorrà dare contezza alla cittadinanza. Preferirà tagliare qualche altro nastro, presentare altre strutture (contenitori vuoti e inattivi), piuttosto che ammettere responsabilità nei fallimenti che danneggiano la nostra comunità». Le parole dure sono di Sabino Fortunato, candidato alla carica di Sindaco per il centrosinistra che a pochi giorni dal voto torna a parlare del suo avversario politico.

«È grave quello che è accaduto! - ha detto ancora Fortunato - Le anomalie notificate dai tecnici dell'Arpa riguarderebbero il completamento delle strutture di convogliamento del percolato ovvero del liquido prodotto dalle discariche. Viene denunciata inoltre la mancata effettuazione delle ispezioni della falda e la constatazione di valori di ferro superiore alla norma. Inoltre, sembrerebbe superata di gran lunga la capacità di assorbimento dei rifiuti solidi (secco) proveniente, fra l'altro, da Andria che, ricordiamo, fa la differenziata. I controlli da parte dell'Ato sono stati effettuati? Dove confluiranno nei prossimi giorni i rifiuti di tutto il bacino dell'Ato (Andria, Barletta, Trani, Bisceglie, Canosa, Minervino, Trinitapoli e San Ferdinando)? Questo è l'ultimo "regalo" delle amministrazioni di centrodestra che hanno malgovernato Trani e Andria. E' necessario cambiare il guidatore: non è pensabile affidare il risanamento a chi ha contribuito a provocare il disastro finanziario e ambientale del nostro territorio».