C’era una volta la festa di San Riccardo...

Il mutamento delle tradizioni e del folklore nel corso degli anni

venerdì 31 agosto 2018 10.03
A cura di Riccardo Di Pietro
I racconti popolari che ci sono stati tramandati nel corso dei decenni -in alcuni casi avvalorati anche da degli storici locali- sostengono che San Riccardo, di origine inglese, dopo essere stato ordinato vescovo, sostò ad Andria mentre era diretto per la Terra Santa, dove iniziò la sua opera di cristianizzazione, salvandola dalla peste ed operando numerosi miracoli.

Il terzo fine settimana di Settembre è la ricorrenza della festa patronale in onore di San Riccardo e della co patrona Madonna dei Miracoli: comincia il sabato della penultima settimana di settembre con la processione che porta il simulacro della Vergine Maria dal Santuario cittadino a Lei dedicato alla chiesa Cattedrale, da dove il giorno dopo i simulacri argentei della Madonna e di San Riccardo vengono portati in processione per le vie della città.

Per gli andriesi la festa dei Santi protettori, rappresenta ancora un momento di partecipazione e convivialità. Le celebrazioni che si organizzano in loro onore durano tre giorni e coinvolgono tutti, dai bambini agli anziani.

Soprattutto nel passato, i riti religiosi si uniscono alla spettacolarità degli eventi che si organizzano, durante tale festività: l'atmosfera che si crea, nelle strade e nelle case è davvero gioiosa e coinvolgente.

Le vie della città si illuminano e interpretano nel migliore dei modi lo spirito di festa, rallegrata dalle bancarelle di ogni genere che sostano a corso Cavour, con la frutta secca, i classici torroni e le copete.

Le giostre per far divertire ragazzi e bambini, gli immancabili e spettacolari fuochi d'artificio sono il corollario indispensabile per tale ricorrenza. Non mancano poi lo sfarzo delle luminarie colorate ed i concerti dei cantanti e degli artisti chiamati per l'occasione.

Negli anni '60, questa festa era molto sentita, le famiglie iniziavano i preparativi almeno un mese prima e si attendeva l'arrivo dei parenti dal nord Italia e dall'estero.

Le sarte e i sarti nel periodo che precedeva la festa, erano oberati di lavoro, per foggiare l'abito nuovo che le donne e gli uomini dovevano indossare per l'occasione. I negozi di alimentari erano particolarmente affollati per l'acquisto di provviste per preparare il pranzo e la tavolata della domenica dove si riuniva tutta la parentela.

Le donne imbellettate e acconciate di tutto punto, ostentavano gioielli, gli uomini vestiti con abito completo di panciotto, con le catenine degli orologi in bella mostra e con la penna stilografica in oro agganciata al taschino della giacca. Da precisare che gli abiti erano in tessuto pesante e il cappello felpato (era l'unico vestito che doveva durare per almeno un anno, anche per l'inverno), che nonostante il caldo indossavano per mostrare tutto ciò che si possedeva.

Terminata la processione e la lunga camminata dallo Steccato a Porta Castello, la festa si spostava in piazza Catuma, dove la gente si sedeva ai tavolini dei bar del luogo per gustare il famoso mezzo pezzo (cassata siciliana) o il classico tre nocelle ed assistere ai concerti delle bande musicali che si alternavano nella cassa armonica. A mezzanotte si trasferivano in periferia per lo spettacolo dei fuochi pirotecnici.

La domenica segnava l'apoteosi della festa, come del resto anche il lunedì, in cui allo Steccato (nome preso proprio da questi eventi, per le staccionate che venivano montate per le manifestazioni e le gare), si svolgevano le corse con i cavalli appartenenti alle famiglie più blasonate della città e delle biciclette, in epoca più recente. In quegli anni, quello di trascorrere dei giorni senza lavorare era un particolare lusso, che si poteva permettere la maggior parte della popolazione solo poche volte l'anno: una di queste era appunto la festa patronale. Molti eventi quali fidanzamenti, la preparazione di comparizi per battesimi o cresime come anche quello dei matrimoni era un attività che si svolgeva in particolar modo in questo momento della vita cittadina.

Si ringrazia per le belle foto allegate il sig. Michele De Lucia.
C’era una volta la festa di San Riccardo
C’era una volta la festa di San Riccardo
C’era una volta la festa di San Riccardo
C’era una volta la festa di San Riccardo
C’era una volta la festa di San Riccardo
C’era una volta la festa di San Riccardo
C’era una volta la festa di San Riccardo