Autismo, intestino e intelligenza artificiale: tra scienza e consapevolezza
Intense giornate di studio promosse dalla Fondazione Pugliese per le Neurodiversità
lunedì 21 luglio 2025
4.46
Due eventi ad Andria e Campobasso per approfondire il legame tra disturbi dello spettro autistico, microbiota intestinale e sistema immunitario, con l'apporto di esperti in medicina, neuroscienze e AI spiegabile. L'avvocato Francesco Bruno: "Tradurre la scienza in strategie terapeutiche condivise"
Nemmeno il tempo di archiviare le due intense giornate di studio che si sono svolte il 12 e 13 giugno scorsi – rispettivamente ad Andria, presso il Food Policy Hubdel Chiostro San Francesco, e a Campobasso, presso il Responsible Research Hospital – che la Fondazione Pugliese per le Neurodiversitàè già al lavoro per l'organizzazione di nuovi appuntamenti autunnali, in collaborazione con l'Università degli Studi di Bari.
Le giornate di giugno, rivelatesi un vero successo in termini di partecipazione e contenuti, sono nate da un obiettivo comune: approfondire con rigore scientifico e approccio multidisciplinare il legame sempre più evidente tra autismo, microbiota intestinale e sistema immunitario, per aprire la strada a nuove prospettive diagnostiche e terapeutiche.
Due appuntamenti rivolti a professionisti del settore medico, educativo e sociale, a stakeholder, specialisti e figure sensibili alla visione della Fondazione, fondata per seminare consapevolezza e promuovere il cambiamento culturale e operativo in materia di neurodiversità.
«Le giornate di studio – ha spiegato l'avv. Francesco Bruno, presidente della Fondazione – esplorano il legame tra autismo, microbiota intestinale e sistema immunitario, integrando neuroscienze, medicina di precisione e intelligenza artificiale spiegabile. Attraverso un approccio multidisciplinare, vengono analizzati i profili clinici, le traiettorie evolutive e le interazioni tra disturbi gastrointestinali e neuropsichiatrici, con l'obiettivo di tradurre le evidenze scientifiche in strategie diagnostiche e terapeutiche innovative».
Tra gli interventi più significativi, quello del dott. Federico Balzola (SSCVD Insufficienza epatica e trapianto – AOU Città della Salute e della Scienza di Torino), che ha posto l'accento sull'alta prevalenza di disturbi gastrointestinali nei soggetti con autismo, spesso sottovalutati a causa della scarsa capacità di espressione del sintomo.
«Questi disturbi – ha spiegato il dottor Balzola – possono rappresentare una forma precoce di espressività infiammatoria che ha origine nella primissima infanzia, quando si sviluppano il sistema batterico intestinale e quello immunitario. Se non riconosciuta, questa attività immunitaria pro-infiammatoria può coinvolgere anche il sistema nervoso, contribuendo allo sviluppo del disturbo dello spettro autistico».
Un contributo prezioso è arrivato anche dalla prof.ssa Sonia Tangaro, docente di Fisica Applicata presso il Dipartimento di Scienze del Suolo, della Pianta e degli Alimenti dell'Università di Bari, che ha illustrato come l'intelligenza artificiale spiegabile (XAI) possa rappresentare uno strumento rivoluzionario per interpretare le complesse correlazioni tra microbiota intestinale e autismo.
«I dati relativi al microbioma sono vastissimi – ha dichiarato – e l'AI è in grado di elaborarli, restituendo una visione d'insieme che sfugge alla lettura umana. È come osservare un quadro puntinista: ogni batterio è un punto, ma solo allontanandosi e leggendo i dati con modelli multivariati possiamo cogliere l'immagine globale che ci parla di traiettorie cliniche e possibili strategie di intervento».
Sullo stato dell'arte clinico del disturbo si è espressa la prof.ssa Lucia Margari, ordinaria di Neuropsichiatria infantile presso l'Università di Bari e direttrice del Dipartimento di Medicina di Precisione e Rigenerativa: «L'autismo è un disturbo complesso, con esordio precoce e durata per tutta la vita. La sua frequenza è in crescita: oggi si parla di un bambino su 36. Accanto alla componente genetica si affiancano fattori ambientali, immunologici e biologici. Il microbioma intestinale – ha precisato – è oggi uno dei campi di studio più promettenti, poiché potrebbe concorrere alla genesi di neuroinfiammazione alla base del disturbo».
Sul sistema immunitario nello spettro autistico ha approfondito la dott.ssa Cristina Panisi, pediatra, Ph.D in psicologia, neuroscienze e statistica medica IRCCS E. Medea – Ass. La Nostra Famiglia – la quale ha evidenziato come non sia più possibile considerare l'autismo esclusivamente una condizione del neurosviluppo, alla luce delle crescenti evidenze che dimostrano il coinvolgimento del sistema immunitario, con ricadute significative sull'approccio clinico e terapeutico ai pazienti.
L'evento ha evidenziato la centralità del lavoro di rete. È attraverso il confronto tra discipline, la contaminazione di saperi e il rigore della ricerca che si può ambire a modelli di intervento personalizzati e realmente efficaci: «Seminare consapevolezza è uno degli obiettivi per cui è nata la Fondazione. Significa dare a tanti la possibilità di approcciarsi in modo concreto, informato e competente al tema delle neurodivergenze. Una comunità inclusiva è una comunità che riconosce le fragilità e le trasforma in valore, accompagnando famiglie e operatori in un percorso condiviso – ha sottolineato Claudia Figliolia, cda FPN.
«Le giornate di studio rappresentano, non una vetrina, ma un investimento prezioso per la costruzione di un modello che metta al centro la persona, la scienza e la qualità della vita – commenta l'avv. Francesco Bruno-. Un modello che la Fondazione Pugliese per le Neurodiversità ha iniziato a prototipizzare già dal 2018, anno in cui è nata, e che continua a sviluppare con costanza, a beneficio dell'intero territorio, lontano dai riflettori e al di fuori di ogni logica di visibilità o strumentalizzazione politica».
Nemmeno il tempo di archiviare le due intense giornate di studio che si sono svolte il 12 e 13 giugno scorsi – rispettivamente ad Andria, presso il Food Policy Hubdel Chiostro San Francesco, e a Campobasso, presso il Responsible Research Hospital – che la Fondazione Pugliese per le Neurodiversitàè già al lavoro per l'organizzazione di nuovi appuntamenti autunnali, in collaborazione con l'Università degli Studi di Bari.
Le giornate di giugno, rivelatesi un vero successo in termini di partecipazione e contenuti, sono nate da un obiettivo comune: approfondire con rigore scientifico e approccio multidisciplinare il legame sempre più evidente tra autismo, microbiota intestinale e sistema immunitario, per aprire la strada a nuove prospettive diagnostiche e terapeutiche.
Due appuntamenti rivolti a professionisti del settore medico, educativo e sociale, a stakeholder, specialisti e figure sensibili alla visione della Fondazione, fondata per seminare consapevolezza e promuovere il cambiamento culturale e operativo in materia di neurodiversità.
«Le giornate di studio – ha spiegato l'avv. Francesco Bruno, presidente della Fondazione – esplorano il legame tra autismo, microbiota intestinale e sistema immunitario, integrando neuroscienze, medicina di precisione e intelligenza artificiale spiegabile. Attraverso un approccio multidisciplinare, vengono analizzati i profili clinici, le traiettorie evolutive e le interazioni tra disturbi gastrointestinali e neuropsichiatrici, con l'obiettivo di tradurre le evidenze scientifiche in strategie diagnostiche e terapeutiche innovative».
Tra gli interventi più significativi, quello del dott. Federico Balzola (SSCVD Insufficienza epatica e trapianto – AOU Città della Salute e della Scienza di Torino), che ha posto l'accento sull'alta prevalenza di disturbi gastrointestinali nei soggetti con autismo, spesso sottovalutati a causa della scarsa capacità di espressione del sintomo.
«Questi disturbi – ha spiegato il dottor Balzola – possono rappresentare una forma precoce di espressività infiammatoria che ha origine nella primissima infanzia, quando si sviluppano il sistema batterico intestinale e quello immunitario. Se non riconosciuta, questa attività immunitaria pro-infiammatoria può coinvolgere anche il sistema nervoso, contribuendo allo sviluppo del disturbo dello spettro autistico».
Un contributo prezioso è arrivato anche dalla prof.ssa Sonia Tangaro, docente di Fisica Applicata presso il Dipartimento di Scienze del Suolo, della Pianta e degli Alimenti dell'Università di Bari, che ha illustrato come l'intelligenza artificiale spiegabile (XAI) possa rappresentare uno strumento rivoluzionario per interpretare le complesse correlazioni tra microbiota intestinale e autismo.
«I dati relativi al microbioma sono vastissimi – ha dichiarato – e l'AI è in grado di elaborarli, restituendo una visione d'insieme che sfugge alla lettura umana. È come osservare un quadro puntinista: ogni batterio è un punto, ma solo allontanandosi e leggendo i dati con modelli multivariati possiamo cogliere l'immagine globale che ci parla di traiettorie cliniche e possibili strategie di intervento».
Sullo stato dell'arte clinico del disturbo si è espressa la prof.ssa Lucia Margari, ordinaria di Neuropsichiatria infantile presso l'Università di Bari e direttrice del Dipartimento di Medicina di Precisione e Rigenerativa: «L'autismo è un disturbo complesso, con esordio precoce e durata per tutta la vita. La sua frequenza è in crescita: oggi si parla di un bambino su 36. Accanto alla componente genetica si affiancano fattori ambientali, immunologici e biologici. Il microbioma intestinale – ha precisato – è oggi uno dei campi di studio più promettenti, poiché potrebbe concorrere alla genesi di neuroinfiammazione alla base del disturbo».
Sul sistema immunitario nello spettro autistico ha approfondito la dott.ssa Cristina Panisi, pediatra, Ph.D in psicologia, neuroscienze e statistica medica IRCCS E. Medea – Ass. La Nostra Famiglia – la quale ha evidenziato come non sia più possibile considerare l'autismo esclusivamente una condizione del neurosviluppo, alla luce delle crescenti evidenze che dimostrano il coinvolgimento del sistema immunitario, con ricadute significative sull'approccio clinico e terapeutico ai pazienti.
L'evento ha evidenziato la centralità del lavoro di rete. È attraverso il confronto tra discipline, la contaminazione di saperi e il rigore della ricerca che si può ambire a modelli di intervento personalizzati e realmente efficaci: «Seminare consapevolezza è uno degli obiettivi per cui è nata la Fondazione. Significa dare a tanti la possibilità di approcciarsi in modo concreto, informato e competente al tema delle neurodivergenze. Una comunità inclusiva è una comunità che riconosce le fragilità e le trasforma in valore, accompagnando famiglie e operatori in un percorso condiviso – ha sottolineato Claudia Figliolia, cda FPN.
«Le giornate di studio rappresentano, non una vetrina, ma un investimento prezioso per la costruzione di un modello che metta al centro la persona, la scienza e la qualità della vita – commenta l'avv. Francesco Bruno-. Un modello che la Fondazione Pugliese per le Neurodiversità ha iniziato a prototipizzare già dal 2018, anno in cui è nata, e che continua a sviluppare con costanza, a beneficio dell'intero territorio, lontano dai riflettori e al di fuori di ogni logica di visibilità o strumentalizzazione politica».