5 anni dal disastro ferroviario, Anna Aloysi: «Il dolore non si prescrive mai»

Il ricordo della sorella di Maria Aloysi, tra le 23 vittime di quel tragico incidente sulla tratta Andria-Corato

lunedì 12 luglio 2021 10.46
Cinque anni fa si consumava una delle tragedie ferroviarie più dolorose in Puglia e in Italia: era il 12 luglio 2016 quando sulla tratta Andria-Corato un impatto fra due treni provocò la morte di 23 persone e il ferimento di altre 50. Forte è il dolore nel cuore dei familiari delle vittime e delle comunità cittadine di Andria e Corato: riceviamo e pubblichiamo una riflessione di Anna Aloysi, sorella di Maria deceduta nel disastro ferroviario.

«Il dolore per me non si prescrive mai. In Italia la Giustizia non funziona da decenni, si finge di riformarla ma in realtà non avviene nulla e si preferisce favorire gli interessi corporativi che ruotano intorno ad essa a scapito dei cittadini che di fatto, con i tempi lunghi dei processi, non hanno giustizia. L' associazione "Anna Aloysi incidente ferroviario Andria - Corato 12 luglio 2016" si batte con rabbia per la sicurezza che in Italia non viene applicata con serietà e determinazione. In 5 anni non è cambiato niente, gli incidenti continuano ad avvenire non solo nel mondo del trasporto ferroviario, ma anche sulle funivie o sulle strade per la scarsa o assente manutenzione. Sembra che non importi a nessuno la questione della sicurezza: c'è bisogno di fare rumore e lottare come hanno fatto le famiglie delle vittime della strage di Viareggio, mentre il disastro ferroviario tra Andria e Corato del 12 luglio 2016 sembra già dimenticato da tutti.

Voglio anche fare una dedica a mia sorella Maria per tutto quello che ha fatto per me: anche se non è più presente su questa terra, mi ha lasciato ricordi meravigliosi che custodisco per sempre nel cuore. Vorrei che il suo sacrificio insieme a quello di tante altre vittime, sia un punto di partenza per riformare tutto il sistema di controllo e di manutenzione ad ogni livello. Non avrò pace fino a quando non saranno chiarite le responsabilità e nutro un'utopistica speranza di vedere un giorno sparire quel maledetto binario unico».