
Attualità
Unione delle Camere Penali Italiane: astensione dalle udienze per i giorni 5-6 e 7 maggio 2024
L'adesione della Camera Penale “Giustina Rocca” di Trani
Andria - martedì 6 maggio 2025
10.00 Comunicato Stampa
La Camera Penale di Trani, in piena adesione alla delibera di astensione dalle udienze -per i giorni 5-6 e 7 maggio- proclamata dall'Unione delle Camere Penali Italiane, esprime forte preoccupazione per l'approvazione del decreto-legge n. 48/25, noto come "decreto sicurezza". Tale provvedimento rappresenta non solo l'ennesimo passo di una deriva giustizialista ormai consolidata, ma anche un grave precedente di sottrazione della materia penale al legittimo dibattito parlamentare, senza i requisiti di necessità ed urgenza previsti dalla Costituzione.
L'intervento legislativo ha introdotto nuove fattispecie di reato, aggravanti e aumenti di pena che comprimono i principi dello Stato di diritto, contribuendo ad accrescere il numero dei detenuti nelle già sovraffollate carceri italiane. Una scelta legislativa che, anziché affrontare il problema con misure concrete e razionali, accentua le criticità del sistema penitenziario, con conseguenze dirette sulle condizioni di vita e sui diritti fondamentali dei detenuti.
Non meno allarmante è l'utilizzo della decretazione d'urgenza in ambito penale, che esclude il confronto democratico e priva la società civile di un dibattito necessario su disposizioni che incidono profondamente sulla tutela delle garanzie costituzionali. Il decreto, composto da 38 articoli, ripropone misure già presenti in precedenti disegni di legge, con modifiche marginali su indicazione del Quirinale, senza tuttavia risolvere le evidenti criticità.
L'effetto diretto di queste disposizioni sarà un aggravamento del sovraffollamento carcerario, con ripercussioni sulla salute psicofisica dei detenuti e sull'equilibrio dell'intero sistema. Il drammatico incremento di suicidi negli istituti penitenziari dall'inizio dell'anno dimostra l'urgenza di un intervento mirato, non di un ulteriore irrigidimento delle norme repressive.Il carcere, strumento che dovrebbe garantire riabilitazione e reinserimento sociale, rischia di trasformarsi definitivamente in un ambiente esclusivamente punitivo, annullando qualsiasi prospettiva di recupero. La limitazione dei contatti con il mondo esterno e la restrizione delle libertà individuali non determinano maggiore sicurezza, ma rafforzano una visione distorta della giustizia.
Di fronte a questo scenario, la Camera Penale di Trani, unitamente all'Unione delle Camere Penali Italiane, sollecita l'intera Avvocatura, l'Accademia e la società civile a una mobilitazione compatta. È indispensabile riaffermare il valore dei diritti fondamentali, garantire condizioni dignitose ai detenuti e riportare al centro del dibattito l'efficacia delle politiche di reinserimento sociale.
L'intervento legislativo ha introdotto nuove fattispecie di reato, aggravanti e aumenti di pena che comprimono i principi dello Stato di diritto, contribuendo ad accrescere il numero dei detenuti nelle già sovraffollate carceri italiane. Una scelta legislativa che, anziché affrontare il problema con misure concrete e razionali, accentua le criticità del sistema penitenziario, con conseguenze dirette sulle condizioni di vita e sui diritti fondamentali dei detenuti.
Non meno allarmante è l'utilizzo della decretazione d'urgenza in ambito penale, che esclude il confronto democratico e priva la società civile di un dibattito necessario su disposizioni che incidono profondamente sulla tutela delle garanzie costituzionali. Il decreto, composto da 38 articoli, ripropone misure già presenti in precedenti disegni di legge, con modifiche marginali su indicazione del Quirinale, senza tuttavia risolvere le evidenti criticità.
L'effetto diretto di queste disposizioni sarà un aggravamento del sovraffollamento carcerario, con ripercussioni sulla salute psicofisica dei detenuti e sull'equilibrio dell'intero sistema. Il drammatico incremento di suicidi negli istituti penitenziari dall'inizio dell'anno dimostra l'urgenza di un intervento mirato, non di un ulteriore irrigidimento delle norme repressive.Il carcere, strumento che dovrebbe garantire riabilitazione e reinserimento sociale, rischia di trasformarsi definitivamente in un ambiente esclusivamente punitivo, annullando qualsiasi prospettiva di recupero. La limitazione dei contatti con il mondo esterno e la restrizione delle libertà individuali non determinano maggiore sicurezza, ma rafforzano una visione distorta della giustizia.
Di fronte a questo scenario, la Camera Penale di Trani, unitamente all'Unione delle Camere Penali Italiane, sollecita l'intera Avvocatura, l'Accademia e la società civile a una mobilitazione compatta. È indispensabile riaffermare il valore dei diritti fondamentali, garantire condizioni dignitose ai detenuti e riportare al centro del dibattito l'efficacia delle politiche di reinserimento sociale.