roverelle secolari dell'agro di Andria
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Commento

Rifiuti di ogni genere assediano otto roverelle secolari dell'agro di Andria

Nuova escursione su monte Santa Barbara effettuato dallo storico ecologista Nicola Montepulciano

«Monte Santa Barbara si rivela sempre più un luogo molto ricco di importantissime particolarità non solo archeologiche, ma anche ecologiche. La terza escursione mi ha dato la possibilità di scoprire un meraviglioso spettacolo della natura. Ben otto querce roverelle ultrasecolari, unico esempio in tutto il territorio di Andria, vegetano in fila all'interno di un muretto a secco e forse per questo sono scampate all'abbattimento. Non è facile capire se si tratti di antichissimo muretto a secco o semplice deposito di pietre dovuto al durissimo lavoro di spietratura per ricavare terreno ad uso agricolo. Segna il confine tra una stradina ed un campo agricolo. Lo spettacolo che offrono queste maestose roverelle invoglia a sostare per ore a godere della loro ombra e della loro bellezza. Quattro di queste sono quasi integre e mostrano la caratteristica chioma della roverella a forma semisferica. Anche le altre, pur recando segni di danneggiamento, sono belle a vedersi. Ma la roverella che colpisce maggiormente è quella che si trova poco lontano. Questa, bellissima, dalla chioma perfettamente integra è, a mio parere, plurisecolare. Il muretto a secco che la circonda non dà la possibilità di eseguire i rilievi dendrometrici, che permettono di stabilire, con buona approssimazione, la sua età. La mia esperienza fa ritenere che questa roverella abbia superato di molto i 200 anni. Purtroppo, poco distante da questa imponente quercia, si nota di cosa è capace la stoltezza umana: sono ammassati una gran quantità di rifiuti di ogni genere, che sono un fortissimo pugno nello stomaco. Una ferro da stiro con relativa caldaia è stato abbandonato alla base del muretto a secco e vincendo la comprensibile ritrosia del mio amico accompagnatore, che ringrazio, l'ho raccolto, depositandolo il giorno dopo all'isola ecologica. Certo, raccogliere quel singolo rifiuto fra l'enorme quantità abbandonata, è stato come raccogliere un bicchier d'acqua dal mare, ma di più era impossibile. Per la verità, ho raccolto anche un busta di plastica che qualche imbecille aveva depositato fra le pietre del muretto e un lungo tondino di ferro dello spessore di 1cm e mezzo. Ancora una volta ringrazio il mio amico Nicola, mio omonimo. Ci vuole tanto a portare periodicamente i propri rifiuti all'isola ecologica? Ci vuole tanto a dotarsi a proprie spese di bidoni per la raccolta differenziata? Ma, facendo astrazione di questa bruttura umana, la bellezza di questo tratto di collina a me sembra infinita. Ammirare queste maestose querce, autentico dono della Natura, del Creato, è come leggere un classico greco o latino, le cui parole valgono in ogni epoca. Sono parole della vita dell'umanità», conclude lo storico ecologista andriese Nicola Montepulciano.
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