Il Liceo "Nuzzi" potrà contare sulle aule del "Lotti" e del "Carafa"

In attesa che si parta con i lavori di ampliamento definitivo, il Liceo Scientifico di Andria vivrà una stagione senza succursale ma con quattro aule in due istituti vicini alla sede centrale. In particolare si tratta dell'Istituto Professionale "Lotti", ubicato esattamente di fronte al "Nuzzi" in via Paganini e dell'Istituto Tecnico "Carafa" distante solo poche centinaia di metri nella vicina Via Bisceglie.

«A partire da stamani il Liceo Scientifico "Nuzzi" di Andria avrà nelle sue disponibilità due nuove aule presso l'Istituto "Riccardo Lotti", in aggiunta alle altre due già in possesso dello stesso Liceo presso l'Istituto "Carafa" dallo scorso 12 settembre». L'annuncio è dell'Assessore all'Edilizia Scolastica della Provincia di Barletta - Andria - Trani Domenico Campana. L'istituto diretto dal Preside Michelangelo Filannino, ora non dovrà più pensare ad un turnover di classi con giornate settimane sempre più complesse di didattica.

«E' superfluo ribadire nuovamente quanto la Provincia sia penalizzata dai tagli alle risorse e dalle incertezze sul futuro, ma colgo l'occasione per rimarcare l'importanza ed il ruolo centrale che stiamo svolgendo in termini di mediazione e di ascolto delle esigenze dei nostri istituti - ha spiegato l'Assessore Campana - Mi preme ringraziare i Dirigenti scolastici del "Lotti" e del "Carafa", per la disponibilità e la comprensione dimostrate rispetto alle richieste manifestate dal Liceo "Nuzzi". Richieste, queste, relative all'allocazione della scuola presso un unico plesso, cui presto daremo risposta definitiva in quanto a giorni, una volta conclusa la fase di aggiudicazione definitiva dei lavori, potremo finalmente apporre le firme sul contratto e dar via ai lavori per la costruzione delle nuove aule tanto attese» ha poi concluso lo stesso Campana. La speranza è che al termine dei giorni imposti per legge, la ditta vincitrice dell'appalto, a metà ottobre possa porre la prima pietra per definire una volta per tutte un problema più che trentennale».