Vatinno (UIL FPL): “L’ennesimo atto di violenza contro operatore sanitario, dimostrazione che sanità pugliese è impreparata a 2^ ondata covid"
Il grave episodio di Andria commentato duramente dal segretario generale della UIL FPL Puglia
domenica 15 novembre 2020
15.15
"L'ennesimo atto di violenza ai danni di un operatore sanitario, fatto ormai così comune negli ultimi mesi da passare quasi inosservato, è la dimostrazione che la sanità pugliese si è presentata dinanzi alla seconda ondata Covid impreparata, il che ha acuito i problemi già esistenti, a cominciare da una dotazione organica totalmente inadeguata alle esigenze del territorio".
Giuseppe Vatinno, segretario generale della UIL FPL Puglia, commenta così l'aggressione subita da un infermiere dell'ospedale di Andria da parte del figlio di un paziente. Aggressione che è costata all'operatore sanitario un trauma maxillo facciale con frattura del setto nasale.
"Così non si può andare avanti - continua Vatinno - i lavoratori della sanità, costantemente in prima linea, stanno tenendo da soli l'onda d'urto dell'emergenza sanitaria e subendo in prima persona la rabbia e la frustrazione dei cittadini. La sicurezza dei lavoratori sanitari, da tutti i punti di vista, è una chimera: si lavora in trincea senza protezioni e senza peraltro ricevere in cambio alcun riconoscimento economico. Ora basta: gli operatori sanitari non sono eroi da titoli dei giornali, ma persone che meritano rispetto umano e professionale".
Giuseppe Vatinno, segretario generale della UIL FPL Puglia, commenta così l'aggressione subita da un infermiere dell'ospedale di Andria da parte del figlio di un paziente. Aggressione che è costata all'operatore sanitario un trauma maxillo facciale con frattura del setto nasale.
"Così non si può andare avanti - continua Vatinno - i lavoratori della sanità, costantemente in prima linea, stanno tenendo da soli l'onda d'urto dell'emergenza sanitaria e subendo in prima persona la rabbia e la frustrazione dei cittadini. La sicurezza dei lavoratori sanitari, da tutti i punti di vista, è una chimera: si lavora in trincea senza protezioni e senza peraltro ricevere in cambio alcun riconoscimento economico. Ora basta: gli operatori sanitari non sono eroi da titoli dei giornali, ma persone che meritano rispetto umano e professionale".