Rape e capitone, il cenone di Natale secondo tradizione
E sulle tavole andriesi non possono mancare le pettole ed i "coccolicchi"
domenica 24 dicembre 2017
Il tempo stringe ed i preparativi per il cenone fervono: variazioni al tema non sono consentire perchè sulle tavole andriesi la notte di Natale il menù è uno solo. Nessun dubbio sul primo, sul secondo invece le possibilità sono diverse purchè sia pesce, si parte con gli spaghetti alle rape, meglio se di Minervino perchè "sono più cimate", bollite e condite con olio e peperoncino; si va avanti con una frittura di calamari e gamberi, oppure con del salmone preparato al forno.
Ogni massaia ha i propri assi nella manica per far bella figura con gli ospiti. Sulla tavola non devono mancare anche i famosi "coccolicchi" o pettole, ideali per "accompagnare" la cena. Alcune li preparano anche ripieni con ricotta piccante ed acciuga, un autentico "must" per il cenone.
Siamo stati al mercato di Andria per farci raccontare il menù delle feste secondo tradizione. E se rape e pesce mettono tutti d'accordo per alcuni se manca lui non è Natale: il capitano, rigorosamente arrostito, sui carboni ardenti e "sai cosa ti mangi", ci raccontano. E poi frutta a volontà, dolcetti alias "rumori" e le immancabili rose con il vin cotto.
In fatto di tradizioni da queste parti le idee sono chiare anche per Santo Stefano, oltre a tutto ciò che è avanzato dal pranzo di Natale (che si cucina di proposito in abbondanza proprio per fare l'assaggino il giorno dopo), il piatto della tradizione è la "minestra verde" o "foglia mista" che dir si voglia in brodo, rigorosamente di carne. Un piatto "leggero" per prepararsi all'altra trance di festeggiamenti per la fine dell'anno.
Ogni massaia ha i propri assi nella manica per far bella figura con gli ospiti. Sulla tavola non devono mancare anche i famosi "coccolicchi" o pettole, ideali per "accompagnare" la cena. Alcune li preparano anche ripieni con ricotta piccante ed acciuga, un autentico "must" per il cenone.
Siamo stati al mercato di Andria per farci raccontare il menù delle feste secondo tradizione. E se rape e pesce mettono tutti d'accordo per alcuni se manca lui non è Natale: il capitano, rigorosamente arrostito, sui carboni ardenti e "sai cosa ti mangi", ci raccontano. E poi frutta a volontà, dolcetti alias "rumori" e le immancabili rose con il vin cotto.
In fatto di tradizioni da queste parti le idee sono chiare anche per Santo Stefano, oltre a tutto ciò che è avanzato dal pranzo di Natale (che si cucina di proposito in abbondanza proprio per fare l'assaggino il giorno dopo), il piatto della tradizione è la "minestra verde" o "foglia mista" che dir si voglia in brodo, rigorosamente di carne. Un piatto "leggero" per prepararsi all'altra trance di festeggiamenti per la fine dell'anno.