Passa in Commissione la revoca del Presidente del Consiglio: la parola adesso al Consiglio
Prevista per la fine del mese la discussione in aula. Forza Italia dovrà scegliere tra Fisfola e Fucci
martedì 13 marzo 2018
21.08
E' passata nella prima commissione consigliare permanente, denominata "delle istituzioni" la mozione di revoca dell'incarico della Presidente del consiglio comunale, la forzista Pasqua Laura Di Pilato. Ieri mattina, di buon ora, la commissione che svolge l'alta vigilanza sulla trasparenza della gestione e sull'attuazione dello Statuto e dei Regolamenti presieduta dal pd Salvatore Vitanostra, vice Michele Coratella e composta da Francesco Lullo, Giovanni Vurchio Francesco Sansonna, Sabino Miccoli e Riccardo Frisardi, ha dato il via libera al provvedimento che arriverà in consiglio comunale alla prima seduta utile, forse già quella in cui si discuterà il bilancio entro la fine del mese. Ricordiamo, per dovere di cronaca che tale parere della commissione consiliare, pur se obbligatorio non è vincolante.
Nella mozione, firmata da quasi tutti i consiglieri di maggioranza, tranne Saverio Fucci e la fuoriuscita Giovanna Bruno (anche se la stessa si dice ancora parte del centro destra), si fa riferimento a quanto accaduto durante il discusso consiglio comunale del 4 dicembre scorso quando, mentre era in corso l'intervento dell'assessore all'istruzione, Paola Albo, la presidente Di Pilato chiese reiteratamente al segretario generale, Giuseppe Borgia di fare l'appello per verificare la presenza del numero legale in aula.
Nel documento di sfiducia, si precisa che stando all'art 23 del regolamento sul consiglio comunale, il presidente non è obbligato a verificare il numero legale se non quando sia richiesto da un consigliere e comunque nel momento in cui si sta per votare: la Di Pilato, dunque, avrebbe commesso -dal punto di vista formale- un errore nell'applicazione della norma e, sostengono i firmatari, è ancor più grave il comportamento successivo, quello di abbandonare l'aula lasciando l'assise senza una guida. Dopo quanto accaduto, gran parte della maggioranza, asserendo il venir meno del rapporto di fiducia con lo stesso presidente, chiese le dimissioni della stessa. Ma, in una conferenza stampa convocata successivamente dalla Di Pilato, ella rispedì al mittente le accuse mosse, sostenendo, a sua difesa, di essersi scrupolosamente attenuta al regolamento. Successivamente fu Forza Italia a chiedere alla collega di partito "un passo indietro per il bene dell'unità di coalizione".
Ora la questione arriverà in aula, esattamente da dove è partita, con quali conseguenze è difficile prevedere, tenuto conto che sono in molti, non solo in Forza Italia, a rivendicare quel ruolo, Fisfola e Fucci in testa.
Nella mozione, firmata da quasi tutti i consiglieri di maggioranza, tranne Saverio Fucci e la fuoriuscita Giovanna Bruno (anche se la stessa si dice ancora parte del centro destra), si fa riferimento a quanto accaduto durante il discusso consiglio comunale del 4 dicembre scorso quando, mentre era in corso l'intervento dell'assessore all'istruzione, Paola Albo, la presidente Di Pilato chiese reiteratamente al segretario generale, Giuseppe Borgia di fare l'appello per verificare la presenza del numero legale in aula.
Nel documento di sfiducia, si precisa che stando all'art 23 del regolamento sul consiglio comunale, il presidente non è obbligato a verificare il numero legale se non quando sia richiesto da un consigliere e comunque nel momento in cui si sta per votare: la Di Pilato, dunque, avrebbe commesso -dal punto di vista formale- un errore nell'applicazione della norma e, sostengono i firmatari, è ancor più grave il comportamento successivo, quello di abbandonare l'aula lasciando l'assise senza una guida. Dopo quanto accaduto, gran parte della maggioranza, asserendo il venir meno del rapporto di fiducia con lo stesso presidente, chiese le dimissioni della stessa. Ma, in una conferenza stampa convocata successivamente dalla Di Pilato, ella rispedì al mittente le accuse mosse, sostenendo, a sua difesa, di essersi scrupolosamente attenuta al regolamento. Successivamente fu Forza Italia a chiedere alla collega di partito "un passo indietro per il bene dell'unità di coalizione".
Ora la questione arriverà in aula, esattamente da dove è partita, con quali conseguenze è difficile prevedere, tenuto conto che sono in molti, non solo in Forza Italia, a rivendicare quel ruolo, Fisfola e Fucci in testa.