Morì in un incidente sul lavoro, assolto imputato andriese sotto accusa
I fatti risalgono al 2018. La gup Altamura del Tribunale di Trani non ha non ha rilevato colpe: scagionati «perché il fatto non sussiste»
venerdì 11 luglio 2025
17.00
Sono stati scagionati i tre imputati finiti a processo per la morte di Pietro Guglielmi, 54enne di Corato, deceduto in un incidente sul lavoro. Il giudice dell'udienza preliminare del Tribunale di Trani, Lucia Anna Altamura, ha assolto «perché il fatto non sussiste» Enrico Altamura, Felice Bucci e Emanuele Giuseppe Marrone.
Secondo l'accusa, i tre, i primi due di Corato, il terzo di Andria, accusati in cooperazione tra loro di omicidio colposo, avrebbero «cagionato per colpa, consistente in negligenza, imprudenza e in imperizia, nonché in violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro», la morte dell'uomo. Quel giorno - era il 5 agosto 2018 - l'uomo, mentre preparava un carico all'interno di un'azienda coratina di via Sant'Elia, avviò il motore di un autocarro Fiat Iveco e uscì dall'abitacolo.
Il mezzo, «nonostante l'inserimento del freno di stazionamento ed a causa dell'avaria di quest'ultimo», si mosse improvvisamente, schiacciandolo contro un altro Fiat Iveco parcheggiato più avanti. La Procura ha contestato ad Altamura, incaricato della manutenzione, di aver «utilizzato ricambi di qualità scadente», a Bucci di avere svolto la revisione «dell'impianto frenante senza rilasciare alcun rapporto di prova» e infine a Marrone «di avere attestato l'esito positivo della revisione».
Tuttavia, i legali Michele Quinto, Michele Musci e Salvatore Santovito (quest'ultimo di Andria), hanno chiesto il giudizio abbreviato, condizionato ad una perizia. Il consulente ha escluso ogni nesso tra le anomalie tecniche e l'incidente, attribuendo la causa ad una condotta «abnorme e imprevedibile» del lavoratore. Le motivazioni entro 90 giorni.
Secondo l'accusa, i tre, i primi due di Corato, il terzo di Andria, accusati in cooperazione tra loro di omicidio colposo, avrebbero «cagionato per colpa, consistente in negligenza, imprudenza e in imperizia, nonché in violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro», la morte dell'uomo. Quel giorno - era il 5 agosto 2018 - l'uomo, mentre preparava un carico all'interno di un'azienda coratina di via Sant'Elia, avviò il motore di un autocarro Fiat Iveco e uscì dall'abitacolo.
Il mezzo, «nonostante l'inserimento del freno di stazionamento ed a causa dell'avaria di quest'ultimo», si mosse improvvisamente, schiacciandolo contro un altro Fiat Iveco parcheggiato più avanti. La Procura ha contestato ad Altamura, incaricato della manutenzione, di aver «utilizzato ricambi di qualità scadente», a Bucci di avere svolto la revisione «dell'impianto frenante senza rilasciare alcun rapporto di prova» e infine a Marrone «di avere attestato l'esito positivo della revisione».
Tuttavia, i legali Michele Quinto, Michele Musci e Salvatore Santovito (quest'ultimo di Andria), hanno chiesto il giudizio abbreviato, condizionato ad una perizia. Il consulente ha escluso ogni nesso tra le anomalie tecniche e l'incidente, attribuendo la causa ad una condotta «abnorme e imprevedibile» del lavoratore. Le motivazioni entro 90 giorni.