M5S, D'Ambrosio: "Spese? Le mie sono pubbliche"

Il parlamentare risponde alle polemiche sul rimborso per il cambio gomme auto. Prosegue il botta e risposta tra D'Ambrosio e Giorgino

mercoledì 16 novembre 2016
«Le mie ricevute sono pubbliche, a disposizione dei cittadini andriesi fin dal primo giorno di legislatura, perché senza aspettare una legge, noi del Movimento 5 Stelle giustifichiamo ogni spesa fatta. Noi". Invece delle cene del Sindaco non conosciamo né gli ospiti e nemmeno quanto hanno pagato».

Continua il botta e risposta tra il deputato "a 5 stelle", Giuseppe D'Ambrosio, ed il sindaco di Andria, Nicola Giorgino. A finire al centro della polemica questa volta sono i rimborsi spese del parlamentare tirati in ballo da Giorgino in un post sulla sua pagina Facebook in cui il Sindaco scriveva: «D'Ambrosio gira l'Italia con la sua auto privata il cui cambio gomme, però, lo pagano i cittadini visto che, come da lui stesso ammesso, provvede a farsene rimborsare le relative spese dalla Camera dei Deputati. Caro D'Ambrosio hai una indennità per 4 o 5 volte superiore a quella di un sindaco e ti fai rimborsare dalla Camera dei Deputati, quindi dallo Stato e quindi dai cittadini, i soldi per un cambio gomme? Ma un pochino di vergogna non la provi?».

Frecciatina dopo frecciatina, anche D'Ambrosio ne scaglia una dal suo arco e risponde: «Il Sindaco di Andria e i suoi commensali "con o senza Salvini" ironizzano ancora sulle mie rendicontazioni. A giudicare dal servizio di "Striscia la notizia", Giorgino non è sembrato molto preparato sulla matematica e sui conti del Comune. Aspettiamo la stessa trasparenza dal Sindaco che nel frattempo può dirci se è riuscito a capire quanti Consiglieri Comunali, Europarlamentari, Parlamentari Nazionali, Assistenti degli Europarlamentari, Consoli e Interpreti sono venuti a mangiare a spese dei cittadini. E visto che il Sindaco si concentra sulla mia automobile, voglio rassicurarlo: costa meno della sua auto blu. E io la pago con i miei soldi. Ci faccia sapere se è ancora ferma in attesa di pagarla o se sta girando con il decreto ingiuntivo vicino al suo foglio rosa».