La Chiesa: una storia d’amore in tempo di Pandemia

Riflessione di Gennaro Piccolo, referente del centro Igino Giordani di Andria

mercoledì 27 maggio 2020
Forse che la mia pupilla interiore è più tersa? Forse sì…forse per questo vedo la Chiesa più bella, senza appianature sul suo volto; la vedo più giovane, più forte, più Madre, cinta da un grande grembiule di fronte all'insicurezza del mondo avvolto e avvilito dalla Pandemia.

La Chiesa! Se fossi un pittore la dipingerei su mille tele azzurre! Se fossi musicista comporrei per Lei le canzoni più belle! Se fossi poeta le poesie più linde e più pure! La Chiesa! Mai esistito un tempo in cui si sia sentito bisogno di Lei: la Chiesa!

La Chiesa! La passione per la Chiesa! La Chiesa! In passione per l'uomo! Preghiera, meditazione, trasparenza, coscienza che fa diventare la vita una continua contemplazione! Se un talento avessi, lo spenderei per Lei: la Chiesa! Se un sol sospiro, per Lei: la Chiesa! Se una vita sola: tutta per Lei: la Chiesa! Se una sola parola: Grazie!

Grazie per averci insegnato a donare! Grazie per l'umiltà di ricevere. Grazie per averci svelato il segreto che è meglio vivere "un quarto d'ora di carità che 23 ore e tre quarti di penitenza". (Un Padre Greco). Com'è bella la Chiesa, creatura sempre viva, che non conosce vecchiezza, che da mane a sera c'insegna come vivere la vita. Com'è bella la Chiesa con al centro Maria, Madre tra i figli. Commuove la sua storia d'Amore.

Della Chiesa si dice: «Se il nostro cuore non canta di Lei, è un organo spento. Se la nostra mente non la vede e non l'ammira, è cieca e cupa. Se la nostra bocca non la dice, è meglio che si secchi in essa la parola» (Chiara Lubich). Ho un sogno! Quando busserò alla sua porta e mi chiederà chi sono, non dirò il nome mio ma poter dire: Sono Chiesa!