Doppio cognome… senza dubbio!

I chiarimenti di Laura Liddo, Dirigente dell'Anagrafe e Stato civile

mercoledì 12 aprile 2017
A cura di Sara Suriano
Doppio cognome, paterno e materno, anche in Italia; lo ha reso possibile la sentenza della Corte Costituzionale n. 286/2016 del 8 novembre 2016, depositata in data 21 dicembre 2016, che ha dichiarato l'illegittimità delle norme dello stato civile e del codice civile, nella parte in cui non consentono ai genitori, di comune accordo, di trasmettere al figlio, al momento della nascita, anche il cognome materno. Di conseguenza i genitori, all'atto della dichiarazione di nascita, potranno dichiarare la volontà di attribuzione del doppio cognome paterno e materno o del solo cognome paterno.

"La norma è stata resa nota alla cittadinanza attraverso un manifesto informativo la settimana scorsa, – spiega la Laura Liddo, Dirigente del Settore Anagrafe e Stato civile al Comune di Andria, da noi intervistata – ma è in atto già dallo scorso dicembre presso i nostri uffici. Tutti i neo genitori sono stati tempestivamente informati al momento della registrazione del nascituro".

Ma cosa accade per i nati dopo la sentenza del 21 dicembre a cui si voglia attribuire solo ora il doppio cognome? "Ad avvenuta dichiarazione di nascita – chiarisce la dr.ssa Liddo - non è possibile apportare modifiche. La procedura da attuare in questo caso è quella già prevista dal regolamento anagrafico rispetto alla possibilità di modifica o cambio del cognome; tale opportunità può essere concessa tramite decreto del Presidente della Repubblica (DPR), con richiesta al Ministero degli Interni tramite Prefettura. La pratica deve avere adeguate motivazioni".

Nessuna anomalia in caso di genitori non entrambi in possesso di cittadinanza italiana; mentre nel caso di coppie non sposate, necessaria la presenza di entrambi i genitori al momento della dichiarazione, che non può essere demandata.

Come gestire, invece, la catena potenzialmente infinita di cognomi per le prossime generazioni? "Al momento non c'è alcuna indicazione in merito; la sentenza presenta esclusivamente indicazioni applicative, ma immaginiamo che a breve ci sarà un intervento normativo che assesti la disciplina. Alcuni Paesi europei hanno previsto la perdita del secondo cognome, ma ancora non sappiamo quale metodo verrà previsto dal Ministero italiano", conclude Laura Liddo.
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