Depurazione acque Puglia, Miscioscia: «Occorrono più stanziamenti»
La nota del vice coordinatore di FareAmbiente Puglia
giovedì 19 maggio 2016
11.02
L'acqua è un bene prezioso e non inesauribile, ecco perché il tema del suo riutilizzo, dopo adeguato trattamento di depurazione, è di grandissima attualità sotto il profilo ambientale anche per le conseguenze che si stanno determinando nello sfruttamento delle falde acquifere.
«Apprendere dai media che il governo regionale presieduto da Emiliano chiede al Governo Centrale, attraverso il Patto per la Puglia, stanziamenti anche per i depuratori, è certamente un fatto positivo – commenta il vice coordinatore di FareAmbiente Puglia, Benedetto Miscioscia – soprattutto dopo quanto scaturito recentemente dalle polemiche con le quali lo stesso Renzi con la Boschi invitavano Emiliano ad interessarsi di più della depurazione delle acque pugliesi piuttosto che dei referendum. Quello che non ci convince però, è proprio la questione degli stanziamenti necessari per rendere efficienti i 187 depuratori che coprono il servizio in Puglia dei quali, ben 13 impianti, scaricano in falda con il rischio di inquinamento delle falde acquifere, mentre 10 addirittura sarebbero sottoposti a procedimenti penali. Allo stato, dunque, sarebbero necessari investimenti di almeno 600 milioni di euro che non mi risulta siano disponibili. Uno stanziamento alquanto urgente per rendere la nostra Regione efficiente sotto il profilo della depurazione oltre che per recuperare acque reflue al fine di riutilizzarla in campo agricolo e per ricaricare le falde acquifere sotterranee sempre più a rischio salinità e depauperamento. L'assurdo di tutta questa storia, è nel controsenso con la quale da un lato il Governo Italiano finanzia un progetto pilota che prevede l'uso di nuove tecnologie nel trattamento e nella gestione di acque reflue in quattro Paesi dell'area mediterranea, e dall'altra non si tiene conto del sistema di depurazione pugliese che presenta una grande falla, stando ai dati forniti da #italiasicura che rivelano come la copertura del servizio depurazione pugliese è pari a circa il 66% del territorio. Insomma una situazione grave, soprattutto se si considera che la nostra Puglia si propone come Regione di eccellenza nel campo dell'offerta turistica ricettiva lungo gli 800 chilometri di coste e ancora di più nel campo della produzione agroalimentare che comporta un notevole utilizzo di acque irrigue che, allo stato, vede in particolare lo sfruttamento delle falde acquifere che stanno determinando un continuo avanzamento della salinità pregiudicando gli equilibri delle stesse falde acquifere sotterranee.
Al Governatore Emiliano – continua Benedetto Miscioscia – che non mi sembra che dalla sua elezione, a distanza di un anno, abbia eccelso in efficienza politico-programmatoria, sottopongo la questione del sistema depurazione acque Puglia, come priorità primaria, visto che tutti, a parole, si battono per il preservamento dell'ambiente e del nostro ecosistema invitandolo a stanziare urgentemente i 600 milioni di euro di investimenti necessari affinché metta un milione di cittadini pugliesi, che oggi scaricano i loro reflui senza il preventivo trattamento di depurazione, nelle condizioni di avere garantito un servizio di depurazione efficiente; realizzi nuovi 11 depuratori in sostituzione di quelli vecchi tutti da dismettere urgentemente in quanto scaricando direttamente in falda mettendo a rischio inquinamento le stesse acque sotterranee; inoltre renda efficienti gli altri 52 riconosciuti non conformi e altri ancora addirittura sottoposti a procedimenti penali. Questa situazione – conclude il vice coordinatore di FareAmbiente Puglia – non ci fa stare tranquilli se si considera il flusso turistico che d'estate in particolare rende ancora più problematica e preoccupante la vicenda, tenuto conto che una delle attrazioni della nostra regione è rappresentata dalle acque cristalline del nostro mare per il quale vorremmo ricevere molte più bandiere blu, di quante ricevute fino ad oggi».
«Apprendere dai media che il governo regionale presieduto da Emiliano chiede al Governo Centrale, attraverso il Patto per la Puglia, stanziamenti anche per i depuratori, è certamente un fatto positivo – commenta il vice coordinatore di FareAmbiente Puglia, Benedetto Miscioscia – soprattutto dopo quanto scaturito recentemente dalle polemiche con le quali lo stesso Renzi con la Boschi invitavano Emiliano ad interessarsi di più della depurazione delle acque pugliesi piuttosto che dei referendum. Quello che non ci convince però, è proprio la questione degli stanziamenti necessari per rendere efficienti i 187 depuratori che coprono il servizio in Puglia dei quali, ben 13 impianti, scaricano in falda con il rischio di inquinamento delle falde acquifere, mentre 10 addirittura sarebbero sottoposti a procedimenti penali. Allo stato, dunque, sarebbero necessari investimenti di almeno 600 milioni di euro che non mi risulta siano disponibili. Uno stanziamento alquanto urgente per rendere la nostra Regione efficiente sotto il profilo della depurazione oltre che per recuperare acque reflue al fine di riutilizzarla in campo agricolo e per ricaricare le falde acquifere sotterranee sempre più a rischio salinità e depauperamento. L'assurdo di tutta questa storia, è nel controsenso con la quale da un lato il Governo Italiano finanzia un progetto pilota che prevede l'uso di nuove tecnologie nel trattamento e nella gestione di acque reflue in quattro Paesi dell'area mediterranea, e dall'altra non si tiene conto del sistema di depurazione pugliese che presenta una grande falla, stando ai dati forniti da #italiasicura che rivelano come la copertura del servizio depurazione pugliese è pari a circa il 66% del territorio. Insomma una situazione grave, soprattutto se si considera che la nostra Puglia si propone come Regione di eccellenza nel campo dell'offerta turistica ricettiva lungo gli 800 chilometri di coste e ancora di più nel campo della produzione agroalimentare che comporta un notevole utilizzo di acque irrigue che, allo stato, vede in particolare lo sfruttamento delle falde acquifere che stanno determinando un continuo avanzamento della salinità pregiudicando gli equilibri delle stesse falde acquifere sotterranee.
Al Governatore Emiliano – continua Benedetto Miscioscia – che non mi sembra che dalla sua elezione, a distanza di un anno, abbia eccelso in efficienza politico-programmatoria, sottopongo la questione del sistema depurazione acque Puglia, come priorità primaria, visto che tutti, a parole, si battono per il preservamento dell'ambiente e del nostro ecosistema invitandolo a stanziare urgentemente i 600 milioni di euro di investimenti necessari affinché metta un milione di cittadini pugliesi, che oggi scaricano i loro reflui senza il preventivo trattamento di depurazione, nelle condizioni di avere garantito un servizio di depurazione efficiente; realizzi nuovi 11 depuratori in sostituzione di quelli vecchi tutti da dismettere urgentemente in quanto scaricando direttamente in falda mettendo a rischio inquinamento le stesse acque sotterranee; inoltre renda efficienti gli altri 52 riconosciuti non conformi e altri ancora addirittura sottoposti a procedimenti penali. Questa situazione – conclude il vice coordinatore di FareAmbiente Puglia – non ci fa stare tranquilli se si considera il flusso turistico che d'estate in particolare rende ancora più problematica e preoccupante la vicenda, tenuto conto che una delle attrazioni della nostra regione è rappresentata dalle acque cristalline del nostro mare per il quale vorremmo ricevere molte più bandiere blu, di quante ricevute fino ad oggi».