Castel del Monte, la visita speciale del regista Alberto Negrin
La guida turistica Losito ed una sua collega hanno incontrato il famoso cineasta italiano
mercoledì 1 febbraio 2017
Il maniero federiciano famosissimo nel mondo, Castel del Monte, riceve quotidianamente visitatori dalle più disparate parti del globo, e anche alcuni personaggi noti non perdono l'occasione per gustarsi la bellezza di questa monumentale opera. E' il caso del noto regista italiano Alberto Negrin, autore di quaranta film e alcune opere teatrali, che lo scorso weekend si è recato ai piedi del monumentale castello.
Nato a Casablanca nel 1940 da genitori che avevano abbandonato l'Italia durante il fascismo, torna in Italia subito dopo la fine della guerra, consegue la maturità classica e compie studi di filosofia all'Università di Milano. Contemporaneamente frequenta la scuola per interpreti e con alcuni compagni dei corsi allestisce al Centro Pavoniano, il 28 marzo 1962, "Chicken Soup with Barley" in lingua originale ottenendo un buon successo. Appassionato di fotografia, collabora in questa veste a numerose pubblicazioni (tra cui Storia Illustrata, Panorama, L'espresso, L'Europeo). Nel 1962, dopo alcune esperienze teatrali, entra al Piccolo Teatro, dove è assistente alla regia di Giorgio Strehler, Orazio Costa, Virginio Puecher. Dal 1965 a tutt'oggi, ha firmato molte regie per il Piccolo, e nel 1969, sempre per il Piccolo, si cimenta nella realizzazione del film-inchiesta Operai. Dal 1968 si dedica anche al cinema ed alla tv, con la realizzazione di inchieste, sceneggiati e fiction tratte da opere letterarie o di carattere biografico. Tra i suoi primi lavori lo sceneggiato per ragazzi Il gatto con gli stivali (1969), Racket, un'inchiesta del 1972 sul reclutamento di manodopera clandestina da parte della mafia, Il Picciotto (1973), La promessa, da Dürrenmatt. Negli anni Ottanta realizza altri sceneggiati per la tv, come La quinta donna tratto da un romanzo di Maria Fagyas e la serie Io e il Duce (1985), sulle vicende private di Benito Mussolini. Del 1987 è il kolossal Il segreto del Sahara, ispirato dai romanzi di Emilio Salgari. Nel 1990 gira una coproduzione USA: Il viaggio del terrore: la vera storia dell'Achille Lauro con Burt Lancaster. Negli anni Novanta e 2000 prosegue la sua opera di realizzazione di miniserie televisive dedicate a grandi personaggi, come Perlasca - Un eroe italiano, Gino Bartali - L'intramontabile e Pane e libertà, ritratto delle vicende umane e politiche del sindacalista Giuseppe Di Vittorio; si segnalano anche le serie Una questione privata (dall'omonimo romanzo di Beppe Fenoglio), I guardiani del cielo, serie di Rai Uno ambientata in Medio Oriente, Il cuore nel pozzo (2005) e L'ultimo dei Corleonesi (2007), sempre per Rai Uno.
Come si diceva, Negrin non ha voluto perdere l'occasione di visitare il castello federiciano, all'ingresso del quale ha incontrato la guida turistica Annamaria Losito ed una sua collega, chiacchierando con loro e dichiarando che la bellezza del Castel del Monte lo aveva davvero affascinato. Il regista ha poi voluto visitare da solo l'interno del monumento, proprio per vivere intensamente questa esperienza; non ha voluto con sè neanche la sua famiglia, la quale ha approfittato del servizio interno di visita guidata. Al termine della visita interna, il regista ha confermato di essere rimasto profondamente estasiato dal maniero, segno che il monumento federiciano continua a regalare intense emozioni quotidianamente e chiunque, anche i volti noti, cedono al suo fascino.
Nato a Casablanca nel 1940 da genitori che avevano abbandonato l'Italia durante il fascismo, torna in Italia subito dopo la fine della guerra, consegue la maturità classica e compie studi di filosofia all'Università di Milano. Contemporaneamente frequenta la scuola per interpreti e con alcuni compagni dei corsi allestisce al Centro Pavoniano, il 28 marzo 1962, "Chicken Soup with Barley" in lingua originale ottenendo un buon successo. Appassionato di fotografia, collabora in questa veste a numerose pubblicazioni (tra cui Storia Illustrata, Panorama, L'espresso, L'Europeo). Nel 1962, dopo alcune esperienze teatrali, entra al Piccolo Teatro, dove è assistente alla regia di Giorgio Strehler, Orazio Costa, Virginio Puecher. Dal 1965 a tutt'oggi, ha firmato molte regie per il Piccolo, e nel 1969, sempre per il Piccolo, si cimenta nella realizzazione del film-inchiesta Operai. Dal 1968 si dedica anche al cinema ed alla tv, con la realizzazione di inchieste, sceneggiati e fiction tratte da opere letterarie o di carattere biografico. Tra i suoi primi lavori lo sceneggiato per ragazzi Il gatto con gli stivali (1969), Racket, un'inchiesta del 1972 sul reclutamento di manodopera clandestina da parte della mafia, Il Picciotto (1973), La promessa, da Dürrenmatt. Negli anni Ottanta realizza altri sceneggiati per la tv, come La quinta donna tratto da un romanzo di Maria Fagyas e la serie Io e il Duce (1985), sulle vicende private di Benito Mussolini. Del 1987 è il kolossal Il segreto del Sahara, ispirato dai romanzi di Emilio Salgari. Nel 1990 gira una coproduzione USA: Il viaggio del terrore: la vera storia dell'Achille Lauro con Burt Lancaster. Negli anni Novanta e 2000 prosegue la sua opera di realizzazione di miniserie televisive dedicate a grandi personaggi, come Perlasca - Un eroe italiano, Gino Bartali - L'intramontabile e Pane e libertà, ritratto delle vicende umane e politiche del sindacalista Giuseppe Di Vittorio; si segnalano anche le serie Una questione privata (dall'omonimo romanzo di Beppe Fenoglio), I guardiani del cielo, serie di Rai Uno ambientata in Medio Oriente, Il cuore nel pozzo (2005) e L'ultimo dei Corleonesi (2007), sempre per Rai Uno.
Come si diceva, Negrin non ha voluto perdere l'occasione di visitare il castello federiciano, all'ingresso del quale ha incontrato la guida turistica Annamaria Losito ed una sua collega, chiacchierando con loro e dichiarando che la bellezza del Castel del Monte lo aveva davvero affascinato. Il regista ha poi voluto visitare da solo l'interno del monumento, proprio per vivere intensamente questa esperienza; non ha voluto con sè neanche la sua famiglia, la quale ha approfittato del servizio interno di visita guidata. Al termine della visita interna, il regista ha confermato di essere rimasto profondamente estasiato dal maniero, segno che il monumento federiciano continua a regalare intense emozioni quotidianamente e chiunque, anche i volti noti, cedono al suo fascino.