«Andria non ha nulla da festeggiare», Montaruli propone una festa patronale all'insegna della preghiera

Per il presidente di "Io ci sono" niente concertone e fuochi d'artificio. Solo una serata di veglia

venerdì 26 agosto 2016 9.53
«Andria non dimentichi le vittime della strage del 12 luglio e le onori anche in occasione dell'imminente festa patronale», è questo l'appello di Savino Montaruli, presidente "Io ci sono". «Il 17, 18 e 19 settembre prossimi - ricorda - ricorre la festa patronale ad Andria e quest'anno anche San Riccardo e la Santa Maria dei Miracoli piangeranno le vittime della strage dei treni del 12 luglio e le quasi trecento vittime del terribile terremoto nel centro Italia. Andria non ha nulla da festeggiare e la macchina della solidarietà dei grandi cuori si è messa immediatamente in moto, come accadde anche in precedenti tragiche occasioni».

«Lunedì 19 settembre - prosegue il presidente - in Largo Appiani ad Andria non ci sarà Renzo Arbore e l'Orchestra italiana, né ci sarà la big band di Paolo Belli e neanche Noemi così come non canterà Tony Hadley né Anna Tatangelo e neppure Francesco Sarcina così come non canterà Alan Sorrenti in piazza Catuma e neppure Raf canterà nella città federiciana. No, quest'anno il 19 settembre in Largo Appiani ci sia una grandissima serata di veglia, di preghiera per ricordare tutti insieme, autorità politiche civili e religiose, magistrati, clero, cittadini, familiari delle vittime, associazioni provenienti da tutte le città vicine per esprimere ognuno un pensiero verso ciascuna delle vittime di questa tragedia».

«Una veglia di preghiera - conclude Montaruli - che unisca le popolazioni anche attorno all'immane tragedia del terremoto in centro Italia con le sue quasi trecento vittime e centinaia di feriti, sfollati e senza più dimora. Una serata che si concluda senza i tradizionali fuochi d'artificio ma con un unico grande botto che lanci in cielo migliaia di stelle bianche ad illuminare i cuori di chi ha perso i propri affetti ma anche di chi è rimasto a vivere la sue esistenza terrena che ognuno di noi dovrebbe aver capito a nulla servirebbe se non ci mettessimo realmente e a cuore aperto al servizio degli altri».