Alfredo Reichlin, politico appassionato ma anche uomo del Sud

Il ricordo di Giancarlo Ceci e di Lorenzo Marchio Rossi

sabato 25 marzo 2017 6.30
Il primo è un parente, esattamente la mamma ne era cugina mentre il secondo lo ha accompagnato nelle sue visite ad Andria.

E' vivo è forte il ricordo in Andria di Alfredo Reichlin, storico dirigente del PCI, scomparso nei giorni scorsi a Roma dopo una breve malattia.
Il senatore, l'intellettuale, il giornalista e il dirigente di partito, era anche un uomo del Sud, legato non solo dalla sua nascita alla Puglia -era infatti nato 91 anni fa nella Città della Disfida-, ma aveva ancora tanti parenti ed amici che ricordano oggi alcuni momenti delle sue visite in Puglia ed Andria in particolare.

Il primo di questi è un suo nipote, Giancarlo Ceci, imprenditore agricolo e figlio di Donna Clara e del dottor Felice. Ebbene Donna Clara, anch'essa di origini barlettane era cugina di primo grado del senatore Alfredo e soprattutto negli anni della sua permanenza in Puglia, quale segretario regionale del Partito Comunista, giungeva alla tenuta di Sant'Agostino per salutare ed intrattenersi con i suoi parenti andriesi. Il ricordo giovanile di Giancarlo è quello legato alla figura di un uomo che appena poteva, amava vivere le proprie radici, che erano fatte di attaccamento alla propria terra ed alla sua gente.

Anche Lorenzo Marchio Rossi, consigliere comunale e componente della direzione regionale del Partito Democratico ha un ricordo particolarmente forte dell'uomo ma soprattutto del politico: "Era un uomo della sinistra ma non di meno del Meridione. Ho avuto il privilegio di accompagnarlo varie volte nelle sue visite ad Andria, l'ultima in occasione della presentazione di uno dei suoi tanti libri. La sua umanità, correttezza e rigore morale hanno sempre rappresentato un punto fermo per tutte quelle persone che hanno deciso di vivere la politica come una missione ed un servizio per la collettività".

Come forse non molti sanno, i suoi natali barlettani erano per lui motivo di orgoglio e la passione con la quale viveva la politica era per lui connaturata dalle caratteristiche di questa terra. Allievo del Migliore (Palmiro Togliatti) fu vicesegretario della Federazione Giovanile Comunista Italiana e nel 1955 entrò all'Unità, dove diventò vicedirettore e poi direttore nel 1958. A partire dagli anni '60 si avvicinò alle posizioni di Pietro Ingrao, che lo portarono a collocarsi nelle frange più a sinistra di quel partito che fece del "centralismo democratico" una sua quintessenza.