Trasparenza e azioni concrete per il PFAS nelle acque di Andria: intervento del Forum Ambientalista
Dito puntato sulla carenza di comunicazione istituzionale. Sollecitati controlli e soluzioni sostenibili insieme alla pubblicazioni di dati pubblici
domenica 4 maggio 2025
4.47
Forte preoccupazione ad Andria per la mancanza di informazioni chiare e accessibili sulla presenza di sostanze inquinanti (PFAS) nell'acqua. È l'allarme lanciato dal Forum Ambientalista Puglia, che interviene con una dura presa di posizione sulla questione della contaminazione da PFAS nelle acque destinate al consumo umano nel territorio di Andria.
Le sostanze alchiliche perfluorurate e polifluorurate (chiamate PFAS), sono attualmente oltre 4.700. Sono un gruppo di sostanze chimiche artificiali ampiamente utilizzate, che nel corso del tempo si accumulano negli esseri umani e nell'ambiente.
Dopo la comunicazione diffusa dal Comune di Andria lo scorso febbraio, il Forum Ambientalista Puglia ha deciso di chiedere ufficialmente un riscontro tempestivo da parte degli enti competenti, evidenziando la «grave opacità comunicativa» che sta accompagnando il caso.
Secondo il presidente Michele Di Lorenzo, «la mancanza di trasparenza sta generando un clima di crescente preoccupazione tra i cittadini, un massiccio ricorso all'acqua in bottiglia – con inevitabili ricadute ambientali – e un'inaccettabile violazione del diritto fondamentale a ricevere informazioni adeguate su temi che riguardano la salute pubblica».
Il Forum ha avanzato cinque richieste urgenti che si aggiungono a quelle già poste dall'amministrazione comunale:
- La pubblicazione immediata e integrale dei dati analitici in possesso degli enti preposti, comprese le serie storiche che possano tracciare l'evoluzione della contaminazione da PFAS nel tempo;
- Una comunicazione pubblica chiara e scientificamente fondata sui rischi effettivi per la salute, «evitando sia allarmismi infondati sia pericolose sottovalutazioni»;
- La mappatura delle potenziali fonti di contaminazione sul territorio e un piano di controlli sulle attività produttive che utilizzano o rilasciano PFAS;
- L'organizzazione di incontri pubblici periodici con la cittadinanza, alla presenza di esperti indipendenti;
- L'adozione di alternative sostenibili all'acqua in bottiglia, come l'installazione di case dell'acqua con sistemi di filtrazione avanzati.
«È inaccettabile – sottolinea Di Lorenzo – che di fronte a un problema così rilevante per la salute e per l'ambiente, si continui a mantenere un profilo comunicativo inadeguato. Questo rischia di alimentare la sfiducia nelle istituzioni e comportamenti dannosi per l'ambiente stesso».
Il Forum conclude chiedendo un riscontro formale e sollecito: «La trasparenza non è un'opzione. È un dovere delle istituzioni, soprattutto quando sono in gioco diritti fondamentali come quello alla salute e a un ambiente salubre».
Le sostanze alchiliche perfluorurate e polifluorurate (chiamate PFAS), sono attualmente oltre 4.700. Sono un gruppo di sostanze chimiche artificiali ampiamente utilizzate, che nel corso del tempo si accumulano negli esseri umani e nell'ambiente.
Dopo la comunicazione diffusa dal Comune di Andria lo scorso febbraio, il Forum Ambientalista Puglia ha deciso di chiedere ufficialmente un riscontro tempestivo da parte degli enti competenti, evidenziando la «grave opacità comunicativa» che sta accompagnando il caso.
Secondo il presidente Michele Di Lorenzo, «la mancanza di trasparenza sta generando un clima di crescente preoccupazione tra i cittadini, un massiccio ricorso all'acqua in bottiglia – con inevitabili ricadute ambientali – e un'inaccettabile violazione del diritto fondamentale a ricevere informazioni adeguate su temi che riguardano la salute pubblica».
Il Forum ha avanzato cinque richieste urgenti che si aggiungono a quelle già poste dall'amministrazione comunale:
- La pubblicazione immediata e integrale dei dati analitici in possesso degli enti preposti, comprese le serie storiche che possano tracciare l'evoluzione della contaminazione da PFAS nel tempo;
- Una comunicazione pubblica chiara e scientificamente fondata sui rischi effettivi per la salute, «evitando sia allarmismi infondati sia pericolose sottovalutazioni»;
- La mappatura delle potenziali fonti di contaminazione sul territorio e un piano di controlli sulle attività produttive che utilizzano o rilasciano PFAS;
- L'organizzazione di incontri pubblici periodici con la cittadinanza, alla presenza di esperti indipendenti;
- L'adozione di alternative sostenibili all'acqua in bottiglia, come l'installazione di case dell'acqua con sistemi di filtrazione avanzati.
«È inaccettabile – sottolinea Di Lorenzo – che di fronte a un problema così rilevante per la salute e per l'ambiente, si continui a mantenere un profilo comunicativo inadeguato. Questo rischia di alimentare la sfiducia nelle istituzioni e comportamenti dannosi per l'ambiente stesso».
Il Forum conclude chiedendo un riscontro formale e sollecito: «La trasparenza non è un'opzione. È un dovere delle istituzioni, soprattutto quando sono in gioco diritti fondamentali come quello alla salute e a un ambiente salubre».