Strage ferroviaria in Grecia, le somiglianze con l'incidente sulla tratta Andria-Corato
Lo scontro fra due treni a Larissa riporta alla mente la tragedia del 12 luglio 2016 in Puglia
giovedì 2 marzo 2023
06.30
Il bilancio della strage di treni in Grecia, nella città di Larissa, è molto pesante: 40 vittime, circa 60 dispersi e 130 feriti. Lo scontro avvenuto nella notte tra il 28 febbraio e il 1° marzo, che ha coinvolto un convoglio di 350 passeggeri in transito da Atene a Salonicco e un treno merci, purtroppo riporta alla mente la strage ferroviaria avvenuta il 12 luglio 2016 sulla tratta Andria-Corato al km 51, in cui 23 persone persero la vita e altre 57 rimasero ferite. Secondo il racconto di un giornalista greco della BBC, i due treni viaggiavano a un'elevata velocità perché non sapevano che l'altro stesse arrivando: l'impatto è stato così violento che non è rimasto nulla delle due carrozze.
Se nella città ellenica sede dello scontro non c'è il binario unico (i treni viaggiavano su binari doppi), contrariamente alla tratta ferroviaria Bari-Barletta in cui avvenne la strage, ad accomunare entrambi gli incidenti è il sistema manuale di controllo dei treni in base al quale il passaggio dei convogli viene regolato telefonicamente dai capi stazione. Il distanziamento dei treni attraverso il blocco telefonico è una procedura obsoleta ma ancora diffusa su numerose linee ferroviarie nel mondo: essendo un sistema affidato esclusivamente alla comunicazione umana, espone a maggiori rischi rispetto ad altre modalità di blocco ferroviario.
Le procedure moderne garantiscono maggiore sicurezza: secondo Stefania Gnesi, ricercatrice dell'Istituto di Scienza e Tecnologie dell'informazione "A. Faedo" del Consiglio nazionale delle Ricerche, in un'intervista all'ANSA rilasciata qualche giorno dopo il disastro ferroviario in Puglia, «i sistemi automatici sono più sicuri perché funzionano a blocchi: sulla linea ferroviaria ci sono sensori che segnalano la presenza di un altro treno. Se un convoglio sfora, si attiva il blocco automatico tramite il semaforo rosso oppure interrompendo la linea elettrica sul treno, che quindi si ferma».
Se nella città ellenica sede dello scontro non c'è il binario unico (i treni viaggiavano su binari doppi), contrariamente alla tratta ferroviaria Bari-Barletta in cui avvenne la strage, ad accomunare entrambi gli incidenti è il sistema manuale di controllo dei treni in base al quale il passaggio dei convogli viene regolato telefonicamente dai capi stazione. Il distanziamento dei treni attraverso il blocco telefonico è una procedura obsoleta ma ancora diffusa su numerose linee ferroviarie nel mondo: essendo un sistema affidato esclusivamente alla comunicazione umana, espone a maggiori rischi rispetto ad altre modalità di blocco ferroviario.
Le procedure moderne garantiscono maggiore sicurezza: secondo Stefania Gnesi, ricercatrice dell'Istituto di Scienza e Tecnologie dell'informazione "A. Faedo" del Consiglio nazionale delle Ricerche, in un'intervista all'ANSA rilasciata qualche giorno dopo il disastro ferroviario in Puglia, «i sistemi automatici sono più sicuri perché funzionano a blocchi: sulla linea ferroviaria ci sono sensori che segnalano la presenza di un altro treno. Se un convoglio sfora, si attiva il blocco automatico tramite il semaforo rosso oppure interrompendo la linea elettrica sul treno, che quindi si ferma».