Regionali 2020, Zinni escluso dalla lista del PD a causa del ricorso di Mennea
Sarà in corsa in un'altra lista. L'origine da ricercarsi nel mancato quorum dei votanti e la mancata iscrizione al Pd
martedì 11 agosto 2020
19.30
A meno di decisioni della commissione di garanzia nazionale, il notaio Sabino Zinni non potrà candidarsi alle prossime regionali nelle liste del Pd, ma presentarsi nella lista di Senso Civico (di cui è capogruppo in consiglio) a sostegno del governatore uscente Michele Emiliano.
Il niet alla sua candidatura è giunto dalla commissione di garanzia regionale che ha accolto un ricorso presentato dal collega consigliere, il barlettano Ruggiero Mennea, che contrastando con la votazione a favore del notaio andriese, espressa dalla direzione provinciale esattamente con 12 voti favorevoli (ovvero di Vincenzo Antolini, Giovanni Cirulli, Giovanni Italo Paolo Damato, Cinzia Dicorato, Giampiero Dipierro, Francesco Francavilla, Grazia Loconte, Bartolomeo Sasso,
Vincenzo Zaccaro, Nicola Ventura, Berardino Cozzoli e Pasquale De Fazio), ha sancito la clamorosa esclusione. Una esclusione che, a questo punto, potrebbe provocare delle ricadute politiche molto pesanti nel Partito Democratico di Andria, tenuto conto che in primis il segretario cittadino Giovanni Vurchio -che avrebbe paventato le sue dimissioni- ma anche la stessa presidente provinciale e candidata sindaco per il centro sinistra Giovanna Bruno avevano sostenuto questa inclusione nella lista del Pd, a cui aveva dato il suo placet il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia.
Secondo il ricorso presentato dal consigliere regionale Ruggiero Mennea, a norma dello Statuto del Pd, la candidatura di Zinni non poteva essere ammessa sia perché non suffragata da un quorum idoneo di votanti sia perché lo stesso Zinni non risulta iscritto al Pd.
Il ricorso di Mennea contesta quindi l'esito della direzione provinciale del partito che aveva dato il via libera alla composizione della lista da presentare alle prossime elezioni regionali del 20 e 21 settembre. Fatti salvi gli uscenti Filippo Caracciolo e Ruggiero Mennea e le candidate femminili Debora Ciliento ed Cinzia Amorosini, il quinto nome era proprio quello di Sabino Zinni.
Il niet alla sua candidatura è giunto dalla commissione di garanzia regionale che ha accolto un ricorso presentato dal collega consigliere, il barlettano Ruggiero Mennea, che contrastando con la votazione a favore del notaio andriese, espressa dalla direzione provinciale esattamente con 12 voti favorevoli (ovvero di Vincenzo Antolini, Giovanni Cirulli, Giovanni Italo Paolo Damato, Cinzia Dicorato, Giampiero Dipierro, Francesco Francavilla, Grazia Loconte, Bartolomeo Sasso,
Vincenzo Zaccaro, Nicola Ventura, Berardino Cozzoli e Pasquale De Fazio), ha sancito la clamorosa esclusione. Una esclusione che, a questo punto, potrebbe provocare delle ricadute politiche molto pesanti nel Partito Democratico di Andria, tenuto conto che in primis il segretario cittadino Giovanni Vurchio -che avrebbe paventato le sue dimissioni- ma anche la stessa presidente provinciale e candidata sindaco per il centro sinistra Giovanna Bruno avevano sostenuto questa inclusione nella lista del Pd, a cui aveva dato il suo placet il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia.
Secondo il ricorso presentato dal consigliere regionale Ruggiero Mennea, a norma dello Statuto del Pd, la candidatura di Zinni non poteva essere ammessa sia perché non suffragata da un quorum idoneo di votanti sia perché lo stesso Zinni non risulta iscritto al Pd.
Il ricorso di Mennea contesta quindi l'esito della direzione provinciale del partito che aveva dato il via libera alla composizione della lista da presentare alle prossime elezioni regionali del 20 e 21 settembre. Fatti salvi gli uscenti Filippo Caracciolo e Ruggiero Mennea e le candidate femminili Debora Ciliento ed Cinzia Amorosini, il quinto nome era proprio quello di Sabino Zinni.