Ora o mai più
Riflessioni di Gennaro Piccolo, referente del centro Igino Giordani di Andria
lunedì 3 agosto 2020
Mi piace ancora di tanto in tanto – a notte fonda – salire sul terrazzo di casa per accarezzare con lo sguardo del cuore la nostra Città. Oh, come vorrei avere grandi braccia per stringerla tutta, serrarla forte con tutte le forze! Mi addolora vederla ferita nel corpo e nell'anima della sua gente, del suo popolo, nelle sue strade, le sue piazze, i suoi giardini! Nel silenzio della notte sul suo volto scarno, mi pare di veder affiorare una domanda: "Quando ritroveremo dignità e serenità?". Cerco di rassicurarla dicendole che ci saranno nuove elezioni, che c'è da sperare, che ci vorrà pazienza, che i tempi saranno lunghi e che la chiave di volta non la daranno certo i pur positivi e singoli programmi e slogan coniati dai vari partiti e liste civiche; non sarà certo la sola "competenza", né la sola "coerenza" e nemmeno il "coraggio"; né quell' "adesso" o quella "passione e orgoglio"…!
Che dire se non che questo mare tempestoso non si può navigarlo da isolati! Che occorre qualcosa che ci scopra nuove vie; di non aver timore nell' aprire, anzi, di spalancare anche in politica le porte all' "amore, alla fraternità", realtà che sole possono restituire ciò che la nostra Andria ha perduto e insieme moltiplicare pane, tetti, scuole, ospedali, posti di lavoro sulle orme di Colui che con la sua Parola, e soprattutto con le sue opere, testimonia che si può governare con lo spirito di compiere veramente un servizio alla propria gente. Sì, occorre una politica che nasce per amore e viene condotta per amore, anche quella senza cariche pubbliche del semplice cittadino, che si rende attivo per profondo senso civico, votando, dibattendo, controllando, studiando i problemi, proponendo: non in vista della propria utilità, ma per il bene della comunità e per amore degli ideali più alti.
A una politica, a dei politici che han mal governato procurando uno spreco di tanta ricchezza pubblica e privata c'è un solo un rimedio: "Una comunione di beni", a cominciare da quanti hanno fatto parte della vecchia Amministrazione. Per amore e onore, dovrebbero mettere nelle mani di una autorità morale o religiosa o aprendo un conto corrente una somma, volontariamente, anonimamente e generosamente. Così anche i membri dell'opposizione; così coloro che si candidano vivendo sobriamente le spese per la campagna elettorale. Così con un caffè ogni cittadino…(in fondo tutti siamo debitori verso la nostra città). Una "comunione di beni", per compiere a nome di tutti un gesto di fraternità umana o ambientale che dica una ritrovata unità pur nella diversità.
So che si potrà considerare ingenua o provocatoria o retorica questa proposta, ma, tra quegli slogan non ce n'è forse uno che recita "cominciamo dall'economia?". Ecco, allora: un gesto d'amore concreto che fa pregustare l'inizio di un nuovo cammino. Ora o mai più.
Che dire se non che questo mare tempestoso non si può navigarlo da isolati! Che occorre qualcosa che ci scopra nuove vie; di non aver timore nell' aprire, anzi, di spalancare anche in politica le porte all' "amore, alla fraternità", realtà che sole possono restituire ciò che la nostra Andria ha perduto e insieme moltiplicare pane, tetti, scuole, ospedali, posti di lavoro sulle orme di Colui che con la sua Parola, e soprattutto con le sue opere, testimonia che si può governare con lo spirito di compiere veramente un servizio alla propria gente. Sì, occorre una politica che nasce per amore e viene condotta per amore, anche quella senza cariche pubbliche del semplice cittadino, che si rende attivo per profondo senso civico, votando, dibattendo, controllando, studiando i problemi, proponendo: non in vista della propria utilità, ma per il bene della comunità e per amore degli ideali più alti.
A una politica, a dei politici che han mal governato procurando uno spreco di tanta ricchezza pubblica e privata c'è un solo un rimedio: "Una comunione di beni", a cominciare da quanti hanno fatto parte della vecchia Amministrazione. Per amore e onore, dovrebbero mettere nelle mani di una autorità morale o religiosa o aprendo un conto corrente una somma, volontariamente, anonimamente e generosamente. Così anche i membri dell'opposizione; così coloro che si candidano vivendo sobriamente le spese per la campagna elettorale. Così con un caffè ogni cittadino…(in fondo tutti siamo debitori verso la nostra città). Una "comunione di beni", per compiere a nome di tutti un gesto di fraternità umana o ambientale che dica una ritrovata unità pur nella diversità.
So che si potrà considerare ingenua o provocatoria o retorica questa proposta, ma, tra quegli slogan non ce n'è forse uno che recita "cominciamo dall'economia?". Ecco, allora: un gesto d'amore concreto che fa pregustare l'inizio di un nuovo cammino. Ora o mai più.