on. Fucci: "Fontana presidente Confindustria Albania, segnale importante per la Bat"

"Legge Fiano, presentata per finalità esclusivamente politiche e di propaganda"

giovedì 14 settembre 2017
"Esprimo vive congratulazioni a Sergio Fontana, eletto presidente di Confindustria Albania. Un ruolo tanto importante in un Paese e in un mercato di crescente importanza per le imprese pugliesi e della Bat rappresenta un segnale importante per il nostro territorio. Sul piano personale, conoscendo le doti imprenditoriali di Fontana nel settore farmaceutico e l'impegno profuso nella Confindustria provinciale, sono certo che egli svolgerà il mandato con successo. In un mondo globalizzato e interconnesso, l'espansione sui mercati esteri è importante sul piano economico ma anche, aggiungo, su quello dell'incoraggiamento ad avere una visione, ove ricorrano le condizioni e le possibilità imprenditoriali, di orizzonte ampio".

Lo afferma in una nota Benedetto Fucci, deputato e coordinatore di Direzione Italia nella Bat, il quale prende anche posizione sulla legge Fiano, ovvero sulla propaganda nazifascista.

Economia, lavoro, scuola, salute, emergenze ambientali, tensioni internazionali e tanto altro. Le priorità di reale e sentita attualità sono numerose. Di temi da affrontare ce ne sarebbero stati molti, a partire dalla prima seduta di ieri della Camera. Eppure l'aula di Montecitorio ha dovuto lavorare su un provvedimento di un unico articolo finalizzato a inserire nel codice penale un nuovo articolo intitolato: "Propaganda del regime fascista e nazifascista". Si tratta della famosa "legge Fiano" che ha il fine di sanzionare penalmente "chiunque propaganda le immagini o i contenuti propri del partito fascista o del partito nazionalsocialista tedesco, ovvero dei relativi metodi sovversivi del sistema democratico, anche attraverso la produzione, distribuzione, diffusione o vendita di beni raffiguranti persone, immagini o simboli a essi chiaramente riferiti, ovvero ne richiama pubblicamente la simbologia o la gestualità è punito con la reclusione da sei mesi a due anni". E' prevista un'aggravante "se il fatto è commesso attraverso strumenti telematici o informatici".

Un antifascista convinto come me ritiene una sconfitta che il Parlamento debba discutere e arrivi infine ad approvare un provvedimento che è stato presentato per finalità esclusivamente politiche e di propaganda. L'Italia ha leggi e norme a sufficienza, molte delle quali difficilmente applicabili. Faremmo una buona opera – ritengo – se come rappresentanti delle Istituzioni lavorassimo per favorire il libero dibattito e una vera operazione culturale per spiegare le ragioni a favore dell'essere contro ogni genere di ideale totalitario.

Mi richiamo alla cultura liberale che ha sempre uniformato di sé lo spirito del centrodestra italiano: no a nuove norme coercitive e invece sì alla libertà per chiunque di esprimere i propri orientamenti, anche ove questi non ci piacciano o addirittura ci facciano orrore. Un orrore che viene in me suscitato non solo dagli ideali del fascismo (purtroppo non compensati dal riconoscimento di una oggettiva ondata di modernizzazione e sviluppo economico-infrastrutturale che quel pur buio periodo portò al Paese), ma anche dalla conoscenza degli scempi compiuti in Italia (pensiamo al dramma per troppi decenni volutamente dimenticato degli infoibati ad opera dei titini) e all'estero (l'Est Europa ha conosciuto decenni drammatici) dal comunismo.

Faccio mie le domande, purtroppo rimaste senza risposta da parte di chi ha sostenuto il provvedimento, fatte in aula dall'On. Capezzone: "Che liberali siamo se abbiamo paura che nel libero mercato delle idee le buone idee non siano in grado di resistere alle idee cattive? Che liberali siamo se riteniamo che le idee che voi e magari anch'io riteniamo cattive debbano essere messe fuori circolazione?". Il mio appello è: evitiamo di impegnare il Parlamento in discussioni su provvedimenti strumentali e inutili; non impegnamoci in presunte battaglie di civiltà che guardano solo a un lato della medaglia e che in definitiva si concludono, come nel caso della proposta dell'On. Fiano, in misure semplicemente e tristemente illiberali.