Omicidio Quercia, condannato all'ergastolo 81enne responsabile
La sentenza del Tribunale di Trani arriva a conclusione del rito abbreviato
venerdì 25 novembre 2016
L'ottantunenne andriese Pasquale Cristiani è stato condannato all'ergastolo per l'omicidio dell'operaio 55enne Nicola Quercia ucciso il primo luglio 2015.
La sentenza è stata pronunciata oggi pomeriggio dal giudice per l'udienza preliminare del Tribunale di Trani Maria Grazia Caserta a conclusione del rito abbreviato. Quercia fu ucciso con 4 colpi di pistola nel podere di Cristiani dove l'operaio andriese aveva svolto alcuni lavori. E forse il movente si annidò proprio nella richiesta di pagamento rivoltagli dall'operaio.
La difesa dell'imputato (avvocato Riccardo Dell'Olio) aveva chiesto una perizia per accertare l'incapacità di intendere e di volere dell'imputato al momento dell'omicidio nonché la sua incapacità di esser parte del procedimento penale a causa delle sue condizioni di salute che lo porterebbero anche a problemi cognitivi. Ma il gup ha respinto l'istanza della difesa ed accolto integralmente la richiesta di pena del pubblico ministero Simona Merra che in udienza ha sostituito il collega Michele Ruggiero, che coordinò le indagini dei Carabinieri.
L'inchiesta portò subito al fermo dell'anziano anche grazie a quanto emerso dalla deposizione del genero che la mattina del delitto era stato con lui. Il fermo non fu convalidato ma Cristiani non uscì dal carcere di Trani perché il gip Angela Schiralli emise un'ordinanza di custodia cautelare. Il gup Caserta ha riconosciuto una provvisionale di 20mila euro per ciascuno dei tre fratelli costituitisi parte civile con l'avvocato Giangregorio De Pasalis.
La moglie ed i 3 figli della vittima hanno, invece, intentato un procedimento civile davanti al Tribunale di Trani perchè dopo il delitto Cristiani rilasciò al suo difensore dell'epoca (un'avvocatessa) una procura generale, evidentemente, mirata anche a far vendere i suoi beni per render così infruttuose le azioni risarcitorie. Il Tribunale Civile ha accolto la richiesta di sequestro conservativo bloccando sul nascere quest'eventualità.
La sentenza è stata pronunciata oggi pomeriggio dal giudice per l'udienza preliminare del Tribunale di Trani Maria Grazia Caserta a conclusione del rito abbreviato. Quercia fu ucciso con 4 colpi di pistola nel podere di Cristiani dove l'operaio andriese aveva svolto alcuni lavori. E forse il movente si annidò proprio nella richiesta di pagamento rivoltagli dall'operaio.
La difesa dell'imputato (avvocato Riccardo Dell'Olio) aveva chiesto una perizia per accertare l'incapacità di intendere e di volere dell'imputato al momento dell'omicidio nonché la sua incapacità di esser parte del procedimento penale a causa delle sue condizioni di salute che lo porterebbero anche a problemi cognitivi. Ma il gup ha respinto l'istanza della difesa ed accolto integralmente la richiesta di pena del pubblico ministero Simona Merra che in udienza ha sostituito il collega Michele Ruggiero, che coordinò le indagini dei Carabinieri.
L'inchiesta portò subito al fermo dell'anziano anche grazie a quanto emerso dalla deposizione del genero che la mattina del delitto era stato con lui. Il fermo non fu convalidato ma Cristiani non uscì dal carcere di Trani perché il gip Angela Schiralli emise un'ordinanza di custodia cautelare. Il gup Caserta ha riconosciuto una provvisionale di 20mila euro per ciascuno dei tre fratelli costituitisi parte civile con l'avvocato Giangregorio De Pasalis.
La moglie ed i 3 figli della vittima hanno, invece, intentato un procedimento civile davanti al Tribunale di Trani perchè dopo il delitto Cristiani rilasciò al suo difensore dell'epoca (un'avvocatessa) una procura generale, evidentemente, mirata anche a far vendere i suoi beni per render così infruttuose le azioni risarcitorie. Il Tribunale Civile ha accolto la richiesta di sequestro conservativo bloccando sul nascere quest'eventualità.