«Officina di San Domenico»: affidata la gestione

E' il Consorzio «Opus-Opere pugliesi di utilità sociale» di Foggia ad aver vinto la gara. Il terzo bando scaduto lo scorso 26 novembre ha visto la partecipazione di due soggetti

mercoledì 27 febbraio 2013 9.19
A cura di Stefano Massaro
Sembra in dirittura d'arrivo un'altra opera importante per i giovani della Città di Andria. L'ormai famosa «Officina di San Domenico» (http://www.andriaviva.it/magazine/notizie/due-consorzi-hanno-partecipato-al-bando-per-l-officina-di-san-domenico/), struttura culturale polifunzionale in pieno Centro Storico e ristrutturata con l'aggiudicazione di un finanziamento della Regione Puglia attraverso il programma di «Bollenti Spiriti», ha finalmente un gestore: si tratta del Consorzio «Opus-Opere pugliesi di utilità sociale» di Foggia, formato da diverse cooperative sociali tra cui una di Orta Nova, nonchè una rete di partnership cittadine abbastanza estesa con all'interno associazioni culturali e cooperative.

L'aggiudicazione dopo il bando scaduto lo scorso 26 novembre, il terzo bandito dal Comune di Andria a partire dal 2009, e che ha visto la partecipazione di due consorzi tra cui, oltre quello vincitore, ve ne era uno con sede in Gragnano. Questo secondo soggetto, tuttavia, non è stato ammesso dopo le verifiche del caso per problemi di tipo burocratico. La determina dirigenziale dell'affidamento è la 641 del 21 febbraio scorso ed all'interno si può notare come a partire dall'importo dell'appalto di € 123.240,00, vi sia stata una riduzione sino a € 121.775,39 per il primo anno di attività. L'affidamento prevede la gestione della struttura per i prossimi cinque anni ed il Comune di Andria, ha già provveduto ad attivare per la sede la Vigilanza Giurata che ne assicurerà la sicurezza ed il controllo. Ora vi sono 30 giorni per proporre ricorso al TAR prima della comunicazione di aggiudicazione definitiva.

All'intero della struttura vi saranno attività di diverso tipo e tutte dedicate alla musica, ai laboratori, alle conferenze ed a quant'altro per un polo culturale già terminato da un paio d'anni e che non riusciva a trovare l'affidamento per la gestione.