Mons. Mansi celebrerà la messa di Natale nel carcere di Trani

Nell'ambito del progetto “Senza Sbarre” a favore dei detenuti e degli emarginati

venerdì 22 dicembre 2017 12.54
La luce della speranza, il seme della vita e del riscatto sociale, diventano azioni concrete a favore dei meno fortunati, quali i detenuti.

Mons. Luigi Mansi, vescovo di Andria celebrerà la S. Messa di Natale nel carcere maschile di Trani. Con lui ci saranno don Riccardo Agresti, don Vincenzo Giannelli e don Peppino Zingaro.
La celebrazione eucaristica, che si svolgerà alle ore 9 sarà replicata il giorno dopo in quello femminile, grazia all'ampia disponibilità concessa dal Ministero della Giustizia e dalla direttrice degli istituti di pena tranesei, dott.ssa Bruna Piarulli.
Ed è stato proprio il vescovo Mansi a fornire un'accelerata al progetto "Senza Sbarre" di don Agresti, Giannelli e Zingaro, che con l'obiettivo principale di fornire un riscatto sociale e lavorativo per detenuti ed ex del territorio cittadino, grazie ad una rete di accoglienza residenziale e semi-residenziale, sta vedendo procedere alacremente i lavori della grande masseria sita in contrada "San Vittore" dove sarà realizzata questa grande casa d'accoglienza per persone destinate a pene alternative al carcere o in regime di semilibertà.

L'obiettivo è quello di arrivare per la primavera inoltrata alla sua inaugurazione.

Proprio mons. Mansi, nella sua lettera pastorale all'amata chiesa di Andria "Partiamo dal Centro", ha indirizzato a tutti «l'esortazione a riscoprire questo Centro, il Cristo Benedetto, come il primo e più grande amore della nostra vita. E naturalmente non solo riscoprirlo, ma soprattutto a porci domande forti su come è la nostra relazione con Lui, se e quanto tempo noi trascorriamo con Lui, se amiamo stare con lui a lungo ad ascoltarlo, a godere della sua beatificante presenza, se e quanto Lui è presente nell'abitare il nostro tempo, le nostre giornate, le nostre scelte di vita e le stesse nostre programmazioni pastorali».

Quindi, quale migliore speranza se non quella di adoperarsi affinché con la sua nascita, nella Santa Eucarestia, il culmine della gioia, possa esserci una nuova vita, fatta di amore e di concordia, per tanti fratelli e sorelle meno fortunati, a cominciare proprio dai detenuti.