Mensa e servizi: Uil, cooperative e genitori in piazza Umberto I

Una mamma: "Ma qualcuno crede che noi siamo dei caproni?"

sabato 22 settembre 2018 13.36
Non soddisfatte le attese, il comune riferiscono dalla Uil spiega che per il servizio di refezione scolastica negli istituti di competenza comunale sarà bandita una gara la cui procedura non potrà concludersi prima di marzo 2019 e, per giunta, saranno modificate, in peggio, le fasce di reddito. Modeste le rassicurazioni rispetto alle sollecitazioni del sindacato sugli altri servizi scolastici. Le famiglie e gli studenti andriesi meritano un sistema scolastico di qualità e non possono pagare le carenze amministrative del Comune. Servono misure concrete spiegano dalla Uil scuola.

Gianni Verga, Segretario Generale della UIL Scuola Puglia spiega che in uno scenario del genere la preoccupazione è tanta per lavoratori e famiglie e chiede al sindaco "che la Giunta, il dirigente o chiunque sia faccia un atto di coraggio di proroga del servizio di refezione scolastica".

Alla manifestazione in piazza Umberto I c'erano alcune insegnanti e mamme alle prese con quello che definiscono un disservizio e le difficoltà che sta causando. Non manca la preoccupazione per i costi. "La mattina bisogna intanto preparare il pasto perchè a scuola così abbiamo deciso, di portarlo da casa. Con tutti i disagi che questo comporta. Ma perchè solo oggi ci dicono di tutti questi problemi per la mensa? Ma credono che noi siamo dei caproni? Mi dispice tra l'altro constatare che qui a protestare siamo in pochi.

Un'altra mamma si dice preoccupata per i costi: "Se davvero si pagherà 4.90 a bambino chi ha tre figli come farà? Può una mamma spendere 15 euro a giorno per la refezione?"

Sotto il Comune anche i referenti di due cooperative che hanno aderito alla manifestazione Trifoglio e Villa Gaia, insostenibile ormai la situazione. Ida Amorese, la presidente della coop. Villa Gaia spiega come "da due anni l'ente non paghi". Loro si occupano di assistenza domiciliare per anziani, disabili e minori. "Il comune ci crea grossi problemi, loro non ci pagano ed i dipendenti ci fanno vertenza. Al danno, la beffa! L'ente ci deve un milione di euro, va bene il rischio d'impresa ma non possiamo lavorare senza soldi, abbiamo 100 dipendenti, non possiamo più fare beneficenza al Comune. Adesso basta".
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